di Valerio Marinelli*
Doverosamente e fermamente condannata la violenza vandalica, proviamo a separare il grano dal loglio della manifestazione di Roma. Il loglio è certo la nociva presenza di bande organizzate armate di spranghe, bastoni e bombe carta che partecipano ad una pacifica manifestazione in preda ad una cieca ansia compulsiva volta a danneggiare e devastare cose, persone e democrazia. Il loglio è anche l’inefficienza del governo e del Ministero degli Interni a prevenire l’infiltrazione di gruppi violenti ben noti da tempo alle forze dell’ordine italiane.
Non gettare via il grano Di questo movimento, però, non dobbiamo gettare via il grano. La violenza non può ingoiare le ragioni della protesta e i suoi contorni innovativi. Il movimento è prova di una nascente opinione pubblica mondiale, di una società civile globale in nuce: 191 manifestazioni in 82 paesi sono da prendere sul serio. La protesta è priva di leader, di un capo che sintetizzi e impersonifichi le ragioni politiche profonde.
Gli scippati I manifestanti si organizzano tramite la rete, che, per sua natura, non ha un centro e non è uno spazio solido. Tramite la rete è oggi possibile scavalcare rappresentanze e corpi intermedi, che furono invece la cifra della democrazia dell’era industriale. Il movimento ha un carattere prevalentemente generazionale. Sono le nuove generazioni «scippate di futuro» a scendere in piazza con innocui striscioni, bandiere e cartelli.
Le motivazioni Le motivazioni della mobilitazione sono soprattutto rivendicative. L’affermazione merita in questo caso un breve approfondimento. I giovani manifestanti sanno cosa non vogliono e sanno quale strada non imboccare per il loro futuro. Di contro, alla protesta viene a mancare una visione futuribile, un disegno di realtà, un progetto positivo, una prospettiva (pure ideologica) costruttiva. Insomma, pare che i giovani pensino che il mondo migliore era quello del passato. Il rischio è trovarsi di fronte ad un’intenzione rivoluzionaria dall’ispirazione reazionaria: il cortocircuito potrebbe avere conseguenze a dir poco pericolose. In verità, i giovani che sfilano nei cortei dei cinque continenti la visione non la rifiutano nè la sottovalutano, semmai la pretendono dalla politica, ma non la ottengono, o non l’hanno fino ad ora ottenuta.
Il capitalismo nel mirino Queste manifestazioni, infatti, non hanno come oggetto di contestazione un governo o i governi, bensì le più rappresentative istituzioni del sistema capitalista. Ciò segnala quanto la politica sia considerata marginale e incapace di risolvere i problemi; quanto sia percepita debole e subordinata ai poteri economici e finanziari.
Cosa può fare il Pd? Cosa può fare il Pd? In primo luogo raccogliere le ragioni del disagio di un’intera generazione, ponendo priorità politiche coerenti, senza mai inseguire l’agenda scritta «nel palazzo per il palazzo». Dobbiamo rappresentare, con coraggio e continuità, le istanze e i bisogni di ragazze e ragazzi, che magari alla manifestazione non c’erano, ma ogni giorno in silenzio patiscono la loro pena.
Lavoro e protezione sociale In secondo luogo occorre intrecciare il tema generazionale al lavoro e al sistema della protezione sociale. In altri termini, il domani del paese dipenderà dalla capacità di trovare forme alternative che coniughino sviluppo e diritti. Al Pd spetta aprire una battaglia di estensione dei diritti dei lavoratori e di chi il lavoro non ce l’ha o ce lo ha precario. Le nequizie del sistema economico e finanziario contemporaneo si arresteranno solo davanti a diritti effettivamente riconosciuti e concretamente esercitati; solo per mezzo di essi si può immaginare l’economia al servizio della società. Promuovere diritti è poi la via maestra che la politica deve intraprendere per tornare ad affermare il suo smarrito primato.
Legislatura costituente Infine, tutto ciò rischia di non bastare se non accompagnato da una radicale revisione del sistema istituzionale e della rappresentanza politica. L’augurio è che il Pd guidi quanto prima, e in prima linea, i percorsi di una legislatura costituente, finalizzata a ricostituire il futuro di una generazione che vuole piena cittadinanza in questo mondo e in questa vita.
*Coordinatore dipartimenti Pd Umbria