Fabrizio Framarini

di Fabrizio Framarini*

L’ottavo anno di crisi sta volgendo al termine e se da una parte è tempo di bilanci, dall’altra credo sia necessario capire cosa ci riserverà il prossimo anno. Nel 2015 intanto è partita l’avventura della nuova Elettrocarbonium che ha rilevato il sito di Narni della Sgl Carbon dopo che quest’ultima ha deciso di abbandonare il sito umbro.

Elettrocarbonium alla fase cruciale Qui dopo l’entusiasmo iniziale, che al momento ha permesso il rientro in fabbrica di oltre 60 persone su 100 totali, siamo giunti ora ad una fase cruciale. Tra questa fine d’anno ed i primi mesi del 2016 infatti si dovranno definire i dettagli per il passaggio di mano definitivo. Dopo i buoni propositi è ora il momento delle responsabilità con Sgl, Elettrocarbonium e istituzioni che devono tutti fare uno sforzo affinché, nel rispetto delle regole, possa avvenire il passaggio di proprietà.

Basel dimenticata Il 2015 é stato purtroppo  anche l’anno in cui, possiamo dirlo, la vertenza Basell è stata definitivamente  derubricata dalle priorità regionali. Proclami e programmi hanno lasciato il posto al silenzio. Questo è un vero peccato visto che è dall’utilizzo di quelle aree che si potrebbe avviare una rinascita del comparto chimico. L’occasione andrebbe presa a piene mani perché il polo chimico non è morto, anzi.

Beaulieu e Treofan ci provano Beaulieu  dopo aver fatto diversi investimenti,  ha finalmente avviato  la costruzione di una centralina elettrica che  servirà   a rendere autonoma l’azienda ma è anche auspicabile che possa facilitare ulteriori investimenti a Terni. In funzione di  una buona performance, realizzata grazie al sacrificio dei lavoratori, Treofan  chiuderà il bilancio con il segno più dopo diversi anni di profondo rosso, ma bisogna ora finalizzare questo impegno, attingendo magari a qualche fondo europeo, per fare  qualche nuovo investimento nel sito ternano.

Novamont investe e Neofil cerca clienti Novamont che nonostante l’annunciato disimpegno da parte di Eni dalla chimica verde, prevede per Terni alcuni  investimenti volti a rafforzare  la propria  filiera produttiva. Sempre nell’area ex Montedison,  anche se procede un po’ a rilento, c’è anche la Neofil. Qui servirebbe qualche ordine in più per riempire le linee produttive e per garantire maggiore tranquillità dal punto di vista economico finanziario. Non ci possiamo più permettere quindi di tergiversare: quelle aree vanno prese e messe a sistema.

Alcantara in ottima salute Sul versante del Narnese quasi non fanno più notizia le ottime le performance di Alcantara, che proseguiranno nel 2016. La prima azienda ‘Carbon free’ italiana, grazie a oltre 40 milioni di investimenti, in parte già realizzati, sta innovando la sua gamma dei prodotti puntando molto sulla sostenibilità ambientale. Nel comparto chimico e non solo, l’emorragia  di posti di lavoro dovute alle tante crisi aziendali, é stata attenuata moltissimo proprio grazie ad Alcantara che ha assorbito un gran numero di lavoratori espulsi dai cicli produttivi di altre aziende.

Covestro al decollo Sempre nel  2015 alla Bayer di Nera Montoro, ora Covestro, sono stati capaci di smontare intere linee produttive dal sito tedesco e rimontarle in Italia, trasformando la fabbrica nell’unico sito europeo produttore di lastre alveolari in pvc. Questa operazione ha consentito di fare oltre trenta assunzioni nell’anno che sta finendo e speriamo, con l’ implementazione di nuovi ordini,  che si possa proseguire nel 2016.

Per la chimica il futuro tra Terni e Narni è solo verde Un 2016 relativamente tranquillo dovrebbe essere quello atteso alla Tarkett di Narni, che insieme alla Novamont, rappresenta nell’ambito della chimica verde l’eccellenza del territorio. In  tema di chimica verde bisogna sicuramente citare le aziende trasformatrici, quali ad esempio la Ceplast  che ha fatto importanti investimenti, le quali possono giocare anch’esse  un ruolo importante dentro lo sfidante progetto presentato proprio qualche settimana fa, da The european house Ambrosetti. Lo studio, commissionato da Confindustria, che punta per questa regione decisamente  sulla chimica verde,  ha  sicuramente il merito di creare una visione d’insieme che finora è mancata in questo territorio. Sostenibilità ambientale, economia circolare, industry 4.0; saranno questi i vocaboli che, volenti o nolenti sentiremo sempre più spesso e con i quali dovremo confrontarci.

Formazione chiave di volta La formazione continua diventerà il fattore primario per affrontare le sfide del futuro. L’aumento delle competenze dovrà inevitabilmente  portare a una nuova organizzazione del lavoro; le scelte decisionali dovranno anch’esse per forza di cose essere condivise. Ecco quindi che l’uscita dalla crisi non é più legata soltanto a un fattore temporale ma dovrà passare anche attraverso questi elementi. La tutela del lavoro e quindi dei lavoratori passerà sempre di più attraverso l’accrescimento delle competenze. La formazione, quella vera, sarà una delle chiavi di volta per affrontare un  futuro che è già qui.

Servono fondi Da un lato quindi, come Femca-Cisl intendiamo accettare la sfida, attraverso la proposta e condivisione di nuovi piani formativi per i lavoratori; dall’altro bisognerà attivare tutti i canali necessari, fondi europei per la formazione in primis, per dare nuove competenze e nuovi strumenti ai tanti lavoratori che a causa della crisi sono rimasti senza lavoro, i quali senza una formazione adeguata non riusciranno a ricollocarsi.

Segretario generale della Femca-Cisl Umbria