di Roberta Isidori*
In merito alle liste presentate dal Partito Democratico e dagli altri partiti della coalizione per l’elezione del futuro consiglio provinciale, non possiamo non registrare che, ancora una volta, non si sia tenuto nella giusta considerazione il criterio dell’equa rappresentanza di genere nella scelta dei candidati.
Non sfugge a nessuno che il criterio prevalente nella composizione della lista, ovvero quello che privilegia la presenza in lista dei sindaci dei vari territori, possa sottendere anche considerazioni pregevoli e degne di nota, quali quella dell’esperienza politica e della maggiore rappresentatività dei sindaci delle varie comunità locali; tuttavia, con grande rammarico, rileviamo che nella lista la presenza delle candidate donne è molto esigua e vi è una reale difficoltà a che le stesse possano essere elette.
La scelta effettuata stride non soltanto con i principi fondanti del Partito Democratico, tra cui, per l’appunto quello della parità di genere, a tutti i livelli, ma anche con quanto sta accadendo in segreteria nazionale del Pd ed al governo, dove la scelta del segretario-premier Renzi è stata invece finalmente quella di investire sulle donne, non per un’esigenza di ‘immagine’, ma affidando loro ruoli di grande responsabilità e valorizzando le loro già comprovate competenze.
Evidentemente, il vento del cambiamento stenta ad affermarsi nella nostra provincia, dove le logiche prevalenti sono sempre soltanto altre.
Ciò ci preoccupa anche in previsione della imminente fase delle elezioni regionali, ovvero dell’elaborazione delle regole, prima, e della campagna elettorale, poi, perché siamo fermamente convinte che un sistema politico in cui metà della popolazione viene tenuta ai margini non possa dirsi compiutamente democratico.
Le donne democratiche, anche di questa provincia, sono fortemente interessate a ridare forza e nuova legittimazione alle Istituzioni democratiche, alla Democrazia in quanto sistema che distribuisce in maniera eguale a tutti i cittadini il diritto fondamentale alla partecipazione e alla decisione.
Purtroppo, con questa proposta di futuro consiglio provinciale siamo ancora molto lontani da tutto questo e ci chiediamo cosa ancora si debba fare per poter invertire questa regressiva tendenza.
*Portavoce delle Democratiche della Provincia di Terni