Stefano Bandecchi

di Maurizio Troccoli

C’è una città, in Italia, dove si rischia di prendere cazzotti a ogni occasione di consiglio comunale. Anzi, a ogni occasione di incontro con il sindaco. Per strada, come dentro le istituzioni. C’è una città, nel cuore verde dell’Umbria, dove un energumeno, dal collo largo, la testa pelata, il timbro e la postura che, casualmente, lo fanno somigliare al Duce, te le suona di santa ragione. Basta, semplicemente, pensarla diversamente da lui. E’ la città dell’amore. Di San Valentino, che, negli ultimi tempi, ha conosciuto un’altra forma di amore. Quello violento, che non si nasconde solo tra le mura di abitazioni o nelle curve degli stadi. Si impone nelle istituzioni cittadine, diventa linguaggio – pestaggio, a cui adattarsi. Bisogna fare i conti con un sindaco picchiatore. E bisogna attrezzarsi. Ad esempio bisogna garantire, che in occasione di un consiglio comunale, possa esserci qualche muscoloso in divisa – meglio evitare una vigilessa – che possa contenere la furia picchiatrice del sindaco. Tra l’altro i vigili urbani sono stati pubblicamente avvisati: ‘Non mi farò trattenere, le prendete anche voi’. Bisogna inoltre evitare che al confronto dialettico si proponga qualcuno esile della propria formazione politica, meglio esporre chi può, eventualmente, assorbire qualche cazzotto. Lui, Bandecchi, ex presidente della Ternana, imperatore delle università telematiche, ‘caudillo’ della città dell’acciaio: trionfante alle elezioni amministrative,  nonostante avesse dato ampiamente prova della sua maniera di intendere le relazioni, oltre che le istituzioni, non ha più freni. E, quando si vede trattenuto dalla sua smania cazzottereccia, raggiunge il massimo del godimento, particolarmente se intorno c’è qualcuno – una donna, ad esempio oggi – che avverte malori, in preda alla paura. A cosa dovrebbe servire, a questo punto, anche solo echeggiare cultura democratica, equilibrio istituzionale, diritto alla libera espressione delle idee. Meglio riprendere in mano i fondamentali, ricordare alla gente di Terni che quando un sindaco non percepisce il limite del grottesco, c’è sempre un metro ulteriore verso cui sprofondare. Per ora tuttavia proviamo a proteggerci fisicamente. A difendere le idee, qualunque idea, ci penseremo più avanti. Quando la tracotanza sarà contenuta o neutralizzata. Speriamo – ma non è garantito – con strumenti diversi dai suoi. 

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