di Stefano Bucaioni*
Ormai non sfugge più a nessuno il distacco con cui il Movimento 5 Stelle umbro vive le tematiche dei diritti civili, dell’uguaglianza e della non discriminazione verso le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Una freddezza evidente, soprattutto se la si confronta con il resto del Movimento, a livello nazionale e nelle altre regioni del nostro paese.
Stona molto la mancata adesione dei 5 Stelle umbri alla manifestazione regionale del 23 gennaio a supporto delle unioni civili, disegno di legge che in Senato ha invece l’appoggio convinto e compatto di tutti i senatori del Movimento. Certo, c’è ancora tempo per aderire, ma questo ritardo evidenzia già tutti i problemi e i limiti di un Movimento, che qui in Umbria sembra a gestione familiare, con poco confronto con i cittadini e un po’ troppo protagonismo.
Mentre a livello nazionale il Movimento 5 Stelle è uno dei principali alleati e sostenitori delle iniziative legislative a favore delle persone omosessuali, come ad esempio sul disegno di legge contro l’omofobia (legge Scalfarotto) o sulle unioni civili (legge Cirinnà), in Umbria i 5 Stelle si sono dimostrati sempre freddi e distanti sulle stesse tematiche. I rappresentanti del Movimento eletti in Regione sono addirittura riusciti a votare contro l’articolato del disegno di legge regionale contro l’omofobia, che contiene importanti norme per la prevenzione ed il superamento delle discriminazioni e delle violenze verso persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Un disegno di legge improntato alla prevenzione e all’informazione, con interventi in ambito formativo, lavorativo, nella pubblica amministrazione, nella sanità, nonché nell’accesso ai servizi turistici e commerciali.
Anche in Consiglio comunale a Perugia, il Movimento non ha una posizione unanime su questioni che invece a livello nazionale sono state chiarite da tempo. Gli ordini del giorno sulle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso o quello più generale sull’invito al parlamento a legiferare sulle unioni civili non hanno visto il voto positivo di tutti i consiglieri 5 Stelle, marcando ancora una volta la distanza tra le posizioni del Movimento a livello nazionale e quelle espresse qui in Umbria.
Insomma, nonostante l’elettorato di riferimento dei 5 Stelle si sia espresso numerose volte e in maniera inequivocabile su questi temi, tramite gli strumenti di partecipazione del Blog, in Umbria sembra che i rappresentanti eletti nelle istituzioni abbiano deciso di seguire strade completamente diverse.
Nel Movimento 5 stelle umbro convivono anime diametralmente opposte sui temi dei diritti civili e questo ha sempre impedito una chiara presa di posizione e una relativa azione dei propri rappresentanti nelle istituzioni. Certo, la dialettica interna è sempre positiva, ma se si partecipa alla vita democratica del proprio paese, candidandosi a guidarne le istituzioni, si deve prima o poi avere il coraggio di prendere decisioni e posizioni chiare.
In Umbria, è bene che il Movimento 5 Stelle esca dal limbo e si riallinei alle posizioni nazionali in tema di diritti civili, oppure espliciti finalmente e in maniera chiara la propria posizione contraria. Le persone gay e lesbiche di questa regione vorrebbero poter contare su un Movimento che nel resto d’Italia è dalla parte dell’uguaglianza. Ma non a tutti i costi. Se in Umbria questo “matrimonio” è impossibile lo si dica chiaramente e ce ne faremo una ragione.
*Vicepresidente nazionale Arcigay