Tk-Ast (foto Fabrizi)

di M.R.

Stop dei forni 4 e 5. Si ferma di nuovo il reparto Acciaieria (Acc) dello stabilimento siderurgico di Terni, ma anche il processo Argon oxygen decarburization (Aod 2 e Aod3), dove avviene l’affinazione e la relativa colata continua (Cco).

Nuova fermata in Ast In Tk-Ast, dunque, è ancora una volta insaturazione, vale a dire che rispetto alla potenziale produttività delle linee mancano ordini, come già capitato nei mesi precedenti, in particolare a febbraio si sono registrate cinque giornate di scarico. Inutile dire che il susseguirsi degli stop produttivi a fine mese continua a preoccupare le Rsu che giovedì pomeriggio, in una nota sottroscritta da tutti ad eccezione di Uilm-Uil, sono tornate a esprimere forte preoccupazione: «L’azienda – scrivono – si adoperi con ogni sforzo possibile per ricercare e riconquistare volumi sul mercato».

I dettagli sullo stop Nel dettaglio, il forno 5 ferma alle 6 del 26 marzo e riparte alle 22 del 31 marzo; il forno 4 ferma alle 22 del 26 marzo e rientra in funzione il 31 marzo alle 6 per poi rifermarsi alle 6 del primo aprile per ripartire alle 6 di lunedì 4 aprile. Stop Aod2 alle 6 del 27 marzo e restart alle 6 del 31, Aod3 ferma alle 14 del 26 marzo e riprende alle 14 del 4 aprile. Cco3 ferma dalle ore 6 del 27 marzo alla stessa ora del 31, Cco7 dalle 14 del 26 marzo alle 14 del 4 aprile. Asea marcia per 3 turni dalle 22 del 31 marzo alle 22 del 1 aprile e riparte definitivamente  lunedì 4 aprile  alle 14.

Aprile Buone notizie, invece, arrivano per i freddi e Titania, entrambi saturi. Resterà invece ferma per sei turni l’area a caldo (Lac) con manutenzione di tre turni nel giorno di lunedì 4 aprile. Ma tra le Rsu di Fim-Cisl, Fiom-Cigl, Fismic e Ugl resta alta l’attenzione per il persistere delle insaturazioni (fermate già a gennaio e febbraio) e comunicano che sarà applicato il principio della rotazione del personale per perseguire il concetto dell’equità tra tutti i lavoratori durante gli scarichi produttivi.

Rsu «Inaccettabile – tuonano – che su alcuni tavoli si continua ad affermare che va tutto bene ma nei fatti ciò viene sempre smentito. La cassa integrazione ordinaria – aggiungono – sia lo strumento utilizzato per gestire queste fasi di difficoltà e di insaturazione impiantistica dovuta a scarichi produttivi. Condanniamo – concludono – qualsiasi altra ipotesi ventilata dall’azienda su modifiche organizzative. Ci riserviamo a tal proposito ulteriori prese di posizione a tutela dei lavoratori».

Twitter @martarosati28