di M. To.
Uno spiraglio c’è. La luce è tenue, ma sempre meglio del buio totale. E per tenere in vita l’Isrim – l’Istituto superiore di ricerca sui materiali speciali – o comunque si chiamerà in futuro, quello spiraglio rappresenta l’unica possibilità.
‘Umbria risorse’ Una possibilità che è legata a Giuseppe Mascio e Ivano Emili – che hanno dato vita alla joint venture ‘Umbria risorse’ – a Gepafin e, nel prossimo futuro all’Asm. Si partirà con una società mista, tra i due soggetti privati e quello pubblico rappresentato dalla finanziaria regionale, dotata di un capitale sociale di 400 mila euro e alla quale verranno conferiti locali e attrezzature di proprietà regionale.
Asm Poi, una volta espletate le pratiche necessarie per il cambio del suo statuto, si ipotizzano circa due mesi, anche Asm – interessata ai progetti di ricerca che potranno essere portati avanti sulla fibra ottica e sulle implementazioni per la smart grid – potrà fare il suo ingresso ufficiale nella compagine societaria, rilevando quote dagli altri due partner. Entro cinque anni, poi – questo è l’impegno che sta maturando – Gepafin sarà liquidata e rientrerà in possesso del capitale che impegnerà nell’avvio dell’operazione.
La ‘cassa’ Il protocollo che regolerà il tutto è in avanzata fase di preparazione: se ne è discusso a lungo, in Confindustria, nella serata di lunedì e la mattinata di martedì potrebbe essere decisiva; ma intanto un primo passo decisivo è stato fatto con la ratifica, da parte della giunta regionale, del prolungamento della cassa integrazione per i lavoratori di Isrim fino alla fine dell’anno, così da assicurare loro almeno una copertura economica accettabile in vista della ratifica del protocollo stesso e dell’avvio ufficiale dell’operazione.
I sindacati Moderatamente ottimisti i commenti che arrivano dal fronte sindacale: «Abbiamo fatto un piccolo passo in avanti – dice Sergio Cardinali, della Filctem Cgil – e siamo consapevoli che la strada da fare è ancora lunga e sarà costellata di difficoltà, ma il primo obiettivo, cioè tenere in vita un centro di ricerca di eccellenza e salvaguardare l’occupazione potremmo averlo centrato. Ora, ovviamente, il progetto dovrà essere messo a punto, anche per puntare ad attrarre nuovi soggetti verso polo ternano e, anche, di far riavvicinare soggetti, anche importanti, che dopo essersi avvicinati all’Isrim, hanno fatto marcia indietro».
Il tribunale Per il momento, insomma, resta congelata la procedura di fallimento: i liquidatori – che sono tenuti costantemente al corrente dei progressi che si stanno facendo – concederanno il tempo necessario all’espletamento delle varie formalità e questo tentativo in extremis potrà essere quanto meno realizzato. Sui possibili risultati, ovviamente, non ci sono certezze. Ma almeno ci si prova