Una manifestazione per la Sangemini

di M. To.

Quella delle acque minerali, nella provincia di Terni, è una faccenda – si fa per dire – strana. Sangemini e Tione, infatti, più che effervescenti naturali sembrano essere depresse croniche.

Sangemini Vendite ai minimi storici – nonostante le varie acque aziendali siano state messe sul mercato ad autentici prezzi di saldo – per lo storico marchio attualmente ‘affittato’ da Norda e per il quale è in arrivo, il 19 settembre, la decisiva udienza dei creditori che dovranno dire una parola definitiva sul possibile avvio della procedura di concordato.

Il concordato Il giudice Alessandro Nastri, il 27 giugno scorso, aveva chiesto di essere informato meglio, rinviando la decisione e ricevendo, come tutta risposta, una relazione – dai commissari giudiziali – piena di dubbi. Nel frattempo lo stabilimento ha lavorato e l’acqua è stata imbottigliata. Ma ad uscire dai magazzini sono state poche bottiglie.

Tione Anche qui è in corso – ed in regime di proroga, concesso il 24 giugno, con scadenza 1° ottobre dal giudice Nastri – c’è la procedura che dovrebbe portare alla stipula di un altro concordato, con un pretendente che era stato presentato come una «notissima azienda distributiva». Insomma, si tratterebbe di quella stessa ‘Silva & Co.’ che si era fatta avanti pure per Sangemini.

Fallimento Solo che ‘Silva & Co.’ pare non esistere più, visto che era stata trasformata il ‘La Decima srl’ e che, il 27 luglio scorso, il tribunale di Pavia l’ha dichiarata fallita. Tanto che per rilevare la Tione si sarebbe fatta avanti – era stato annunciato un test preliminare, mai svolto – la ‘Oro blu partecipazioni’ che, per pura coincidenza, ha come amministratore la consorte di Enrico Silva (non si tratta di un caso di omonimia), che avrebbe scelto come consulente Francesco Gualdi, ex Sangemini.

Aggiornamento Per la cronaca va ricordato che il personale di Tione non vede un euro di stipendio da aprile e che la produzione dei marchi ‘Fonti di Orvieto’ e ‘Tione’ è ferma da ottobre 2013. Mentre la controllata laziale ‘Claudia’ sembra destinata a sua volta al fallimento.

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