Gli aiuti ai poveri aumentano. E questo dipende da due fattori. Il primo si può dire ed è un progressivo aumento delle povertà. Il secondo, va sottaciuto, in stile Caritas, ed è una capacità organizzativa sensibilmente cresciuta, in questi anni, che mette i volontari nelle condizioni di raggiungere e servire quei poveri, che difficilmente busserebbero a queste porte, anche per evitarsi lo stigma della marginalità. D’altronde Caritas vorrebbe annunciare la chiusura delle proprie strutture, mentre non può che informare di nuove aperture. La fotografia dei poveri del 2022 nel territorio diocesano perugino dice che alla contrazione registrata dall’Istat, per una percettibile ripresa economica che richiama più persone a lavorare, si affianca una quota di poveri che non riescono ad agganciare queste dinamiche insieme alle loro famiglie. Raddoppiano ad esempio quelli che non arrivano a 300 euro al mese. Si aggiungono i nuovi poveri dovuti alla guerra in Ucraina e alla pandemia. Un mix che porta a identificare il 2022 come l’anno più duro da quando è nata la Caritas. Si tenga conto di altri fenomeni come quello dell’aumento delle donne che chiedono aiuto come anche di mariti separati: in un dormitorio di Perugia su 14 ospiti, 12 sono maschi in fase di separazione. Ma un altro fenomeno che si legge tra le righe del rapporto è stata la ridotta capacità economica nelle disponibilità della Caritas, lungo questo anno. Significa che si è donato di meno. Inoltre si registrano numerosi casi di sub affitto di posti letto come anche di studenti che chiedono alloggio, che complicano ulteriormente i bisogni abitativi.

Nuove povertà e marginalità «Senza dubbio possiamo definire il 2022 come l’anno di servizio più intenso e più complesso per la nostra Caritas diocesana dalla sua fondazione (1976, n.d.r.), un anno dove tutti gli effetti post pandemia Covid-19 si sono concretizzati in bisogni ai quali rispondere, un anno che ci ha visti impegnati nell’accoglienza dei profughi Ucraini a causa della guerra, un anno che ha visto schizzare i costi dell’energia e delle materie prime alle stelle, un anno che ha visto l’impoverimento di tante famiglie e l’erosione dei risparmi, un anno che ha visto affacciarsi nuove povertà e nuove marginalità, un anno dove giovani e anziani hanno fatto fatica a riprendere la quotidianità». Ad evidenziarlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, nella nota introduttiva dell’VIII Rapporto sulle povertà e risorse nel 2022 presentato il 19 giugno, nella sede Caritas “Villaggio Sorella Provvidenza”.


I numeri L’VIII Rapporto mette nero su bianco il costante aumento dei richiedenti aiuto al Centro d’Ascolto (CdA) della Caritas diocesana passati dalle 1.306 persone del 2020 alle 1.467 del 2021 (+ 12,3%), alle 1.653 del 2022 (+ 12,7%) di cui 368 italiani e 1.285 stranieri (inclusivi di 52 casi di doppia cittadinanza), facendo registrare, i primi, una flessione (dal 26,6% del 2021 al 22,3% del 2022), mentre i secondi salgono (dal 69,5% al 74,6%). Di questi utenti si registra un aumento consistente delle donne: dal 42,2% del 2020 si passa al 55,5% del 2021 e al 60,9% del 2022, in corrispondenza dell’accresciuto ventaglio di bisogni e della loro intensità, che le donne possono più efficacemente rappresentare.

“Vecchi” e “nuovi” utenti del CdA Dei 1.653 utenti del 2022, 599 sono “vecchi” (cioè con primo accesso al CdA anteriore al marzo 2020, inizio pandemia), e 1054 “nuovi” (cioè con primo accesso al CdA a partire dal marzo 2020). Tra i “nuovi” figurano i profughi ucraini, che influiscono sulle caratteristiche complessive dei richiedenti aiuto, che fanno dell’Ucraina la prima nazione di provenienza degli utenti stranieri, seguita da Nigeria, Marocco, Ecuador, Perù… Rilevante è anche l’invecchiamento complessivo degli utenti. Tra il 2020 e il 2022 la numerosità delle classi oltre 55 anni aumenta del 78%, quella 15-64 del 15%. I “nuovi” sono più giovani dei “vecchi”, anche se gli italiani rimangono meno giovani degli stranieri; questi rilevano bisogni di lavoro, gli italiani bisogni di assistenza.

Chi sono Tra gli utenti complessivi prevale la condizione di coniugato/a, seguita da quella di celibe/nubile, anche se questi ultimi tendono nel tempo ad aumentare. Tra i nuovi italiani prevalgono nettamente i celibi/nubili, e figurano quote non trascurabili di separati e divorziati. Inoltre si accresce fortemente la quota di chi vive ospite di amici o parenti, di chi vive in subaffitto/posto letto, di chi è privo di abitazione. L’insieme degli utenti Caritas soffre di un marcato deterioramento della condizione abitativa. Per quanto riguarda il grado di istruzione, la quota più elevata sono gli utenti che non dispongono di un titolo di studio oltre la licenza media inferiore (46,2%). Pertanto è fondamentale promuovere un aumento del livello di scolarizzazione per contrastare la povertà educativa collegata ad un abbandono scolastico precoce.

Raddoppiano quanti non arrivano a 300 euro Altro dato che emerge dal Rapporto è quello della condizione prevalente di disoccupato (52,4%), in particolare tra i nuovi utenti italiani e in generale si osserva un peggioramento complessivo della condizione occupazionale. Come anche la classe di reddito più consistente degli utenti Caritas, più che raddoppiata, è quella che comprende reddito nullo e reddito fino a 300 euro mensili.

I più poveri di tutti La quota più elevata di bisogni segnalati dagli utenti riguarda povertà/problemi economici, pari al 30,6%, con numerosi casi di povertà estrema (senza dimora), di sovraindebitamento, di accattonaggio… Per questa tipologia di bisogni, collegati a molteplici necessità, si registra un aumento cospicuo del 23,5% rispetto al 2021.

Il lavoro In seconda posizione troviamo i problemi di occupazione/lavoro, pari al 21,9%, per più della metà collegati a disoccupazione, per più di un decimo a licenziamenti, per un decimo a lavoro nero e un altro decimo a lavoro precario, ed anche a sottoccupazione / part-time involontario, e alcuni casi di cassa integrazione/mobilità.

Disagio abitativo In terza posizione ci sono i problemi di condizione abitativa, pari al 15,3%, che sta assumendo dimensioni preoccupanti in tutto il Paese.
In quarta posizione c’è il fenomeno migrazione/immigrazione, pari al 14%, riguardanti per più della metà di problemi burocratici-amministrativi segnalati in prevalenza da persone in fuga da conflitti armati.

Problemi familiari In quinta e sesta posizione ci sono i problemi familiari, pari al 6,4%, in prevalenza legati a separazioni e divorzi e di maternità affrontata da un solo genitore, e di salute, pari al 3%, dovuti anche a gravidanze difficili, ma soprattutto riferiti alle patologie più diffuse, oltre alle dipendenze.

Crescita La Caritas diocesana ha moltiplicato il numero dei servizi (+18,1% rispetto al 2021 e + 66,5% rispetto al 2020), ha espanso i percorsi di accompagnamento per famiglie, migranti e minori, ha reso i CdA sempre più promozionali ed animativi, ha diffuso gli Empori solidali, ha posto un’attenzione crescente sulle povertà emergenti, ha adottato modalità innovative, ha spinto su promozione e formazione di volontari orientati al servizio diretto alla comunità, nonché a responsabilizzare la società civile sulla povertà, nella prospettiva di una società più giusta e solidale.

Meno donazioni I costi degli aiuti-interventi Caritas. Gli interventi economici effettuati nel 2022 dal CdA alla gran parte delle 1.653 persone ascoltate, in gravi difficoltà economiche (dal pagamento delle utenze domestiche all’affitto, dalle spese per l’acquisto di prodotti di prima necessità a quelle sanitarie e per il corredo scolastico dei figli), sono state pari a euro 261.188,00, circa 30.500,00 euro in meno del 2021, non per la diminuzione delle richieste di aiuto, ma per la contrazione delle risorse economiche a disposizione rispetto all’anno precedente.

Gli interventi Importo non trascurabile è quello dei costi complessivi supportati dalla Caritas, nel 2022, rendicontati dal suo organismo operativo, la Fondazione di Carità San Lorenzo Onlus, pari a 1.626.000 euro. Cifra che è servita a finanziare, oltre gli interventi economici del CdA, la gestione della sede Caritas e del “Villaggio Sorella Provvidenza” che ha ospitato, lo scorso anno, 32 nuclei familiari, dei cinque Empori della Solidarietà (Perugia, Sant’Andrea delle Fratte, Ponte San Giovanni, Marsciano e Ponte Pattoli) dove accedono settimanalmente oltre 1.800 famiglie, della Mensa “Don Gualtiero”, del Punto Ristoro Sociale “San Lorenzo”, per complessivi oltre 200 pasti giornalieri, delle opere segno-strutture di accoglienza in cui trovano annualmente ospitalità più di 200 persone (es. “Sant’Anna dei Servitori”, “San Vincenzo” e “Alle Querce di Mamre” di Perugia, la “Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni” di Deruta e “Il Casolare” di Castiglione del Lago) e l’opera più recente, la “Farmacia solidale” per farmaci, presidi sanitari e ticket, attiva presso la sede Caritas. A questi vanno aggiunti i contributi erogati dalla Caritas diocesana a diversi CdA di Caritas parrocchiali. Costi che sono stati finanziati dall’8xMille alla Chiesa cattolica, dalle Campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi della Caritas diocesana, dai bandi e finanziamenti di Enti pubblici e privati, dalle donazioni di benefattori, dal 5xMille e dalle offerte liberali. Non trascurabili sono anche i 400.000 euro stimati di beni materiali donati (in particolare ai cinque empori).

Alla presentazione sono intervenuti l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas don Marco Briziarelli, l’economista Pierluigi Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale, lo statistico Nicola Falocci, membro dell’equipe dell’Osservatorio, e la responsabile Area sociale della Caritas Silvia Bagnarelli

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