di Chiara Fabrizi
Era ancora buio quando i lavoratori della Ims hanno cominciato a schierarsi davanti ai cancelli della fabbrica. All’alba sono comparsi i primi striscioni. Composti e numerosi gli operai del polo metallurgico spoletino hanno iniziato così la lunga giornata di venerdì durante la quale la proprietà dell’azienda dovrà fornire qualche nuovo elemento sulle prospettive del polo di Santo Chiodo e quindi sul futuro dei trecento posti di lavoro.
Il presidio Allo sciopero di otto ore convocato per tutti i tre turni dalle sigle sindacali si è affiancato, come era stato annunciato, anche il presidio di un centinaio di tute blu. Intorno alle 7.30 hanno bloccato il traffico, si sono ripetuti alle 9 e poi alle 10. Tutti seduti a terra ad ostruire entrambe le carreggiate di una delle principali arterie viarie della città, la statale 418.
La rabbia degli operai Tanti gli striscioni sistemati lungo i cancelli dello stabilimento di Santo Chiodo. Ad essere bersagliato è stato principalmente il direttore generale Massimo Santoro che ricopre anche le cariche di amministratore delegato e di direttore commerciale. Emblematici i contenuti degli striscioni: «Lasciateci lavorare», «Santoro vattene», «Pozzi-Santoro = + lavoro e + decoro».
Il tavolo in Regione Il presidio e lo sciopero degli operai accompagnano il tavolo in programma per venerdì mattina nel palazzo della Regione. A Perugia è infatti arrivato il management del Casti Group, il gruppo varesino proprietario della Ims. Ad accoglierlo le massime istituzioni locali dalla presidente Catiuscia Marini all’assessore allo sviluppo economico Vincenzo Riommi. Gli operai avrebbero voluto organizzare una protesta simbolica nel capoluogo ma poi alla viglia del tavolo hanno preferito rimanere a Spoleto, presidiare la fabbrica e attendere davanti ai cancelli l’arrivo di qualche notizia.
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