di Chia.Fa.

Giovani imprenditori in via d’estinzione. Sì, perché negli ultimi tre anni l’Umbria ha perso quasi 800 imprese giovanili, vale a dire il 10,2 per cento del totale.

Giovani imprenditori in via d’estinzione Il crollo è più significativo di quello medio registrato nello stesso periodo, ovvero 2019-2022, dove l’arretramento degli imprenditori under 35 è stato del 6,8 per cento. I dati emergono dal focus sulla regione nell’ambito di un’indagine nazionale svolta dalla Camera di commercio dell’Umbria, che col presidente Giorgio Mencaroni manifesta preoccupazione non soltanto «per la diminuzione in sé dei valori assoluti delle imprese esistenti, perché il numero dei giovani in Italia è in flessione anno dopo anno, ma il fatto che questo calo sia molto più forte dell’invecchiamento della popolazione e che prosegua in modo incessante».

In Umbria ne sono spariti quasi 800 in tre anni Le tabelle fornite dalle Camera di Commercio segnalano che al 31 dicembre 2019 in Umbria si contavano 7.685 imprese con titolari o maggioranza dei soci under 35, mentre alla fine del 2022 il censimento ha segnato 6.900 (-10,2 per cento), con una flessione che in valori assoluti di 785 aziende. A perdere di più, ovviamente in termini percentuali, è la provincia di Terni che registra una flessione delle aziende guidate da giovani dell’11,1 per cento, passando dalle 2.042 di fine 2019 alle 1.815 rilevate il 31 dicembre scorso. A Perugia, invece, negli ultimi tre anni si è praticamente perso un imprenditore under 35 ogni dieci (-9,9 per cento), con il censimento delle aziende di proprietà di giovani scivolate dalle 5.643 del 2019 alle attuali 5.085.

Diminuisce anche l’incidenza Quanto all’incidenza delle imprese giovanili sul totale di quelle aperte, l’Umbria mostra una minore vocazione degli under 35, con una concentrazione che gira intorno al 7,3 per cento, a fronte dell’8,7 per cento italiano. Negli ultimi tre anni, poi, l’Umbria ha visto ridursi la presenza di giovani tra gli imprenditori della regione di quasi un punto percentuale, passando dall’8,1 per cento del 31 dicembre al 7,3 per cento attuale. Il focus, comunque, segnala che la vocazione imprenditoriale giovanile è più marcata in provincia di Terni (8,1 per cento la percentuale delle imprese giovanili sul totale delle imprese) che in quella di Perugia (7 per cento), anche se negli ultimi tre anni è arretrata di più la provincia di Terni, che è passata da un’incidenza di imprese giovani sul totale del 9,3 per cento all’8,1 per cento, mentre a Perugia si è scivolati dal 7,8 per cento al 7 per cento.

Mencaroni: «Pacchetto organico di misure» A parlare «di evidenti criticità per la vocazione imprenditoriale dei giovani» è stato Mencaroni, che analizzando le cause dell’arretramento segnala «l’aumento dei costi se non diretti certamente indiretti, la tradizionale difficoltà italiana a favorire un passaggio generazionale, i maxi rincari dell’energia che, comprimendo i margini di guadagno, hanno sconsigliato non pochi giovani ad aprire un’attività imprenditoriale», mentre per il presidente della Camera di Commercioi dati dovrebbero spingere a verificare «anche la qualità e la quantità degli incentivi, sia a livello nazionale che nelle regioni». Mencaroni, poi, sostiene che «la battaglia sulla propensione imprenditoriale dei giovani è anche culturale e di qualità dei servizi di supporto, tutoraggio, accompagnamento, manageriali: credo che in Umbria a partita dell’imprenditorialità giovanile vada inscritta in un pacchetto organico di misure a favore dei giovani sui quali deve condensare l’impegno di tutte le istituzioni ed enti».