di Daniele Bovi

Dalla sartoria maschile e femminile al rammendo e rimaglio, dall’orticoltura e giardinaggio alle «arti murarie». Nata nel 2013, la «Scuola di alto artigianato contemporaneo per le arti e i mestieri» di Solomeo punta ora a raddoppiare o, perché no, triplicare gli studenti. A presentare il progetto è stato mercoledì mattina Brunello Cucinelli nella sede dell’azienda a Solomeo nel corso di una conferenza stampa.

VIDEO – NELL’AZIENDA DI SOLOMEO: «QUI FORMIAMO ARTIGIANI DI ALTA QUALITÀ»

Come accedere Secondo quanto spiegato mercoledì, il bando uscirà a settembre e sarà rivolto preferibilemente a ragazze e ragazzi fra i 18 e i 27 anni, senza titoli di studio particolari richiesti. Una volta presentata la domanda (anche attraverso il sito), con dei colloqui si faranno delle selezioni per capire «volontà e attitudini» dei candidati che, una volta ammessi, lavoreranno dalle 8 alle 13 nell’edificio dedicato che si affaccia sul paesaggio umbro nonché in alcuni ambienti del castello che, fino a qualche tempo fa, ospitavano i laboratori dell’azienda. Il compenso è di mille euro al mese e i corsi hanno una durata variabile da uno a tre anni (il periodo più lungo riguarda in particolare la sartoria maschile e femminile).

Alta artigianalità Alla fine del percorso sono previsti un voto tecnico e poi «una relazione sulla persona», e nel corso del periodo di formazione ci saranno anche dei momenti dedicati a fornire agli studenti le basi per intraprendere un possibile percorso imprenditoriale; dall’altro lato al termine della scuola, frequentata anche da persone provenienti dall’estero, «si potrebbe anche restare qui da noi». In generale l’obiettivo è quello di «tornare a divulgare il grande valore dell’alta artigianalità dando all’essere umano dignità morale ed economica, investendo su quelli che saranno gli artigiani di domani». «Frequentando questi corsi – ha aggiunto l’imprenditore – molti giovani hanno potuto comprendere ed apprezzare il valore reale dell’artigianalità come forma d’arte».

Investimento lungo «Fin da giovane – ha detto Cucinelli – ammiravo gli oggetti e le manifatture che il genio artigianale italiano rendeva unici, utili e bellissimi, e intuivo, dietro alle mani che laboriosamente plasmavano la materia, un qualcosa di più grande che dettava loro l’azione, cioè quello spirito creativo che tutto il mondo ci riconosce. Mi piacerebbe che per i nostri giovani italiani tutto questo tornasse a essere un valore importante del quale andare orgogliosi. Se si vuole fare un prodotto di altissima qualità, in Italia, noi dobbiamo tornare a investire sui giovani. Ma non è un investimento a due anni, tre anni, ma a 25, 30 anni».

Mani sapienti Anche perché «in futuro il problema non sarà chi comprerà questi manufatti ma chi li produrrà. Noi qui abbiamo un 52 per cento di lavoro fatto proprio con le mani. Abbiamo quindi bisogno di mani sapienti». Il tutto «in primis preoccupandoci di come lavora l’essere umano, dove lavora, quanto è il suo compenso». «I luoghi di lavoro devono essere eccezionali, belli – ha detto l’imprenditore – la remunerazione deve essere giusta, ci deve essere una dignità morale, economica, umana del lavoro. Tutto questo fa parte di quella che io chiamo ‘umana sostenibilità’».

Il mondo del lavoro La conferenza stampa è stata quindi anche l’occasione per fare più in generale un punto sul mondo del lavoro, cambiato dalla pandemia: «Abbiamo visto che a livello mondiale – ha detto sul punto – c’è tanta gente che dà le dimissioni pur non avendo un altro lavoro. Vuol dire che si è resa conto che certe condizioni non sono più sostenibili e bisogna ridare dignità morale ed economica al lavoro. Non possiamo lavorare 14 ore al giorno ma otto e concentrati. Poi però dobbiamo andare a vivere la nostra vita». E a proposito del dibattito secondo il quale da una parte certi datori di lavoro spiegano di non trovare giovani disposti a lavorare e, dall’altra, questi ultimi che sottolineano come le paghe e le condizioni non siano adeguate, l’imprenditore di Solomeo non ha dubbi: «Sto con i secondi, il mondo è cambiato e certe condizioni non sono più sostenibili».