Sbarra, Bravi e Bendini (foto U24)

Richiamare ancora una volta l’attenzione sull’emergenza lavoro in Umbria, sempre più drammatica, con 170-180 vertenze industriali di dimensioni significative aperte e una crisi occupazionale senza precedenti: con questo obiettivo, i sindacati confederali dell’Umbria lanciano la mobilitazione generale che porterà ad una grande manifestazione regionale entro il mese di novembre, perché «il lavoro deve ripartire», come hanno ribadito mercoledì i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Mario Bravi, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini.

Nessuna ripresa Il giudizio dei sindacati è tranciante: «Parlare di ripresina è assolutamente fuori luogo – affermano i tre segretari – al contrario noi vediamo un continuo peggioramento del quadro produttivo ed occupazionale, che nella nostra regione è in proporzione ancora più critico che nel resto del paese». E anche sulla legge di stabilità, approvata nella notte dal governo nazionale, la valutazione è negativa: «È una finanziaria di galleggiamento», è il commento del sindacato umbro, «che non inverte la tendenza, perché non avvia quel processo fondamentale di redistribuzione della ricchezza che avevamo chiesto attraverso un vero intervento fiscale in favore di lavoratori e pensionati». E senza redistribuzione, dicono Cgil, Cisl e Uil, non c’è ripresa: le previsioni di un aumento di qualche punto percentuale di Pil infatti non possono certo rassicurare, visto che per una ripresa dell’occupazione servirebbe una crescita di almeno il 2%.

Dov’è Confindustria? Ecco allora che l’emergenza lavoro assume dimensioni sempre più macroscopiche. Per farvi fronte, oltre che un cambiamento radicale delle politiche nazionali, Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria richiedono, in un documento unitario, una serie di interventi a livello regionale. Occorre – si spiega nel documento – ridefinire e rafforzare il ruolo del Tavolo dell’alleanza per l’Umbria; creare una cabina di regia per tutte le crisi aziendali aperte, per affrontarle non più singolarmente, ma in maniera coordinata; costruire un confronto con le associazioni datoriali, «totalmente assenti – dicono i sindacati – in questa fase così critica». «È assurdo – grida Sbarra – che le crisi più importanti siano gestite a livello istituzionale invece che a livello contrattuale. Le controparti imprenditoriali dove sono? Il problema dell’emergenza lavoro è gravissimo, ma per ripartire occorre anche che ognuno faccia la propria parte».

Marketing territoriale E poi, va rideterminato l’utilizzo delle risorse pubbliche disponibili (e con i fondi europei ce ne sono di importanti), orientandole con maggiore selettività (basta finanziamenti a pioggia) verso le aziende che creano realmente occupazione, specie quella femminile. Infine, va ripensato il ruolo di marketing territoriale delle agenzie regionali Sviluppumbria e Gepafin, in concerto con la cabina di regia da attivare in Regione. «Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria – concludono i tre segretari generali – ritengono fondamentale a questo punto dar voce al mondo del lavoro umbro, con una grande manifestazione che organizzeremo nel mese di novembre, per ribadire con tutta la forza necessaria che la vera priorità per l’Umbria si chiama lavoro».

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