di Marco Torricelli

Il concetto di base è semplice: «I negozi, i supermercati, i centri commerciali non sono servizi essenziali e per questo nei giorni festivi, soprattutto in occasione di ricorrenze fondamentali, come il 25 aprile e il primo maggio, devono restare chiusi, per permettere a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di celebrare in maniera degna, con le proprie famiglie, queste giornate di festa, giornate che rappresentano i valori fondanti della nostra costituzione».

Lo sciopero Ma siccome le aziende – grandi e piccole – del settore hanno intenzione di applicare più o meno alla lettera le norme comprese nel decreto ‘Salva Italia’ e alzare le serrande anche in quei due giorni, considerati ‘super festivi’, la risposta dei sindacati, in Umbria e non solo, è stata quella di proclamare due giornate di sciopero: «Consapevoli – è stato detto nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Terni, lunedì mattina, – di quanto questo possa risultare impegnativo per i lavoratori», molti dei quali – a Terni sono circa 1800 quelli che lavorano nella grande distribuzione organizzata, ma molti di più in totale – operano in realtà «nelle quali è stato ed è sempre difficile, per i sindacati, essere riconosciuti come controparte».

Le tensioni Realtà nelle quali, dice Desirè Marchetti, segretaria della Filcams Cgil, «il processo «di sindacalizzazione, per i lavoratori, è stato ed è fortemente osteggiato dalle proprietà». Tanto che, tra le stesso organizzazioni sindacali e i lavoratori, le tensioni non mancano «anche per la frammentazione di un settore che è caratterizzato da ben 19 tipi diversi di contratti di lavoro», dice Giancarlo Ricciarelli, segretario della Uiltucs Uil, in un settore decisivo per l’economia regionale, visto che, come spiega Francesco Di Antonio, della Fisascat Cisl, «il 70% dei lavoratori è impiegato nei settori del terziario, dei servizi e della cooperazione».

Le ‘catene’ «Il 25 aprile tutte le catene della grande distribuzione che operano su Terni, ad eccezione di Coop, saranno aperte. Il primo maggio, invece, resteranno chiuse solo Coop e, a quanto ci risulta, Pianeta. Una situazione che reputiamo inaccettabile e contro la quale abbiamo deciso di mobilitarci», prosegue Desirè Marchetti, sottolineando che «il processo di liberalizzazione selvaggia delle aperture e degli orari, avviato dal decreto ‘Salva Italia’ del governo Monti, non ha prodotto nulla in termini occupazionali, né ha favorito una benché minima ripresa dei consumi».

Deregulation L’unico risultato è quello di una «totale deregolamentazione dell’organizzazione del lavoro, tanto che – sottolinea Giancarlo Ricciarelli – ormai un lavoratore non sa il sabato se dovrà lavorare domenica, visto che le aperture sono totalmente discrezionali». Ed è proprio contro questa deriva «che chiamiamo lavoratrici e lavoratori allo sciopero – spiega Francesco Di Antonio – consapevoli della grande difficoltà in cui essi si trovano, visto il dilagare di contratti precari e atipici che li rendono sempre più ricattabili».

I consumatori Da qui l’appello ai consumatori: «Ai quali chiediamo di inviare un messaggio di solidarietà ai lavoratori si questo settore, non andando a fare spesa il 25 aprile e il primo maggio, giorno in cui peraltro, lo sciopero sarà accompagnato dalla manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil a Perugia». Una sorta di ‘sciopero della spesa’? «Non lo definiremmo così – spiegano i sindacalisti – ma un gesto, appunto, di solidarietà: quelle due giornate, per tutti o, almeno per la gran parte degli italiani, non sono festività qualsiasi, ma hanno anche un forte valore simbolico, che speriamo possa essere colto».

Le farmacie Intanto, lunedì, a scendere in sciopero sono stati gli addetti delle farmacie comunali, per la protesta indetta a livello nazionale contro la disdetta unilaterale del contratto di lavoro da parte di Assofarm (l’associazione nazionale che raggruppa tutte le aziende farmaceutiche pubbliche). Una disdetta alla quale l’azienda ternana (Afm) ha fatto seguire la cancellazione del contratto integrativo, con conseguenze molto pesanti sui lavoratori e sulle relazioni sindacali. Lo sciopero ha fatto sì che 5 delle 8 farmacie pubbliche ternane restassero chiuse.

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