di Massimo Colonna

«La Torre di Babele rappresenta la multiculturalità ma anche la voglia dell’uomo di erigersi verso l’alto». Questo lo schema che sta dietro alle dodicesima edizione del Film festival ‘Popoli e religioni’, che da venerdì e fino al 20 novembre proporrà eventi al Cityplex e in Bct. In programma anche proiezioni mattutine per le scuole elementari, medie e superiori, oltre ad anteprime, retrospettive, spettacoli, concerti ed eventi speciali. Venerdì sera il festival aprirà con la proiezione al Cityplex del film ‘Babel’ di Alejandro Gonzalez Inarritu e vedrà la partecipazione del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale Umbra, e delle autorità istituzionali dell’Umbria.

Il programma Anche per il 2016 così torna l’evento organizzato dall’Istess in collaborazione con il Comune di Terni, la Regione, la Conferenza episcopale umbra, con il sostegno della fondazione Carit, il ministero per i Beni e le attività culturali e un’ampia rete di contributi che vanno dal Religion Today film festival di Trento a Vette in Vista e Piediluco festival. Il tema dunque è la Torre di Babele, leggendaria costruzione emblema del desiderio dell’uomo di raggiungere mete elevate e metafora di società con diverse culture e diversi linguaggi. Alla conferenza stampa di presentazione c’erano il vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, l’assessore alla Cultura del Comune di Terni Tiziana De Angelis, il vescovo della diocesi di Terni monsignor Giuseppe Piemontese, il direttore dell’Istess Stefania Parisi, Mario Fornaci in rappresentanza della Fondazione Carit, Loris Nadotti, coordinatore del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia sede di Terni e il direttore artistico Arnaldo Casali.

L’impegno della Regione La manifestazione cinematografica si colloca quest’anno dentro il grande Giubileo della Misericordia e nasce, come ogni anno, dalla riflessione sulle caratteristiche dominanti del nostro oggi, caratteristiche che coinvolgono tutti, da oriente a occidente, credenti delle diverse fedi e non credenti. «Continua l’impegno della Regione Umbria per rilanciare il tema del cinema. Il festival cinematografico Popoli e religioni – ha spiegato il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli – rientra nell’ambito delle iniziative promosse dalla Regione e dalla Conferenza episcopale umbra per il Giubileo. Continuiamo a sostenere questo festival, nato per fare del cinema e dell’arte un veicolo di dialogo tra culture e religioni, integrazione delle comunità degli immigrati, promozione turistica del territorio e valorizzazione del polo cinematografico. Una delle novità di quest’anno – conclude Paparelli – riguarda la nascita della Rete dei festival del cinema dell’Umbria, costituita insieme al Perugia social film festival, il Festival del cinema di Spello, Le vie del cinema di Narni e L’Umbria film festival di Montone e la collaborazione con il festival Religion today di Trento».

Il ruolo di Terni «La volontà del Comune di Terni è quella – spiega l’assessore De Angelis – di far ripartire un settore importante come quello cinematografico, ponendosi come strumento fondamentale per la promozione turistica e spirituale del nostro territorio. Sotto questo profilo è importante anche la collaborazione e la partecipazione delle scuole». «Siamo arrivati alla 12esima edizione dopo un lungo percorso in cui siamo cresciuti. Il tema della Torre di Babele – ha proseguito il direttore Istess Parisi – rappresenta un punto fondamentale per l’approccio alla società di oggi, in cui sembra che ognuno parli una lingua diversa e che regni l’incomprensione tra popoli di diversa provenienza ma che possono invece coesistere. Per questo il festival vuole mettere in evidenza questo messaggio, quello della misericordia e della ricerca della comprensione al di là delle differenze di lingua e provenienza».

I temi «Per la seconda volta – sottolinea il direttore artistico Casali – abbiamo ricevuto, grazie al nostro festival, la medaglia del presidente della Repubblica come riconoscimento a livello nazionale». «Nel film festival si intende interpretare il mito di Babele proprio nella duplice accezione – ha spiegato il vescovo Piemontese – l’una negativa di confusione, caos e incomunicabilità, e l’altra positiva di ricchezza delle diversità di popoli e culture. Il messaggio diviene così metafora anche del nostro tempo, rappresenta un punto fondamentale per l’approccio alla società di oggi, in cui sembra che ognuno parli una lingua diversa e che regni l’incomprensione tra popoli di diversa provenienza ma che possono invece coesistere. Per questo il festival vuole mettere in evidenza questo messaggio, quello della misericordia e della ricerca della comprensione al di là delle differenze di lingua e provenienza».

@tulhaidetto

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