di Ivano Porfiri
Nei primi anni Duemila quasi due umbri su tre leggevano almeno un quotidiano a settimana. Oggi ne è rimasto meno di uno su tre. Un dato impietoso e anche doloroso per chi fa il mestiere di giornalista (come pure il poligrafico, il distributore o l’edicolante) ma anche segno dei tempi che cambiano con la fruizione dell’informazione che passa attraverso mezzi diversi dalla carta (i fruitori di news su internet sono nel frattempo raddoppiati). Nello stesso periodo di tempo, invece, è rimasta pressoché immutata la percentuale dei lettori di libri il che non è un dato particolarmente positivo, dato che quasi sei umbri su dieci dichiarano di non leggere neppure un libro l’anno.
Quanti leggono i giornali Secondo gli ultimi dati, rilasciati in questi giorni dall’Istat sulla fruizione di libri e quotidiani e aggiornati al 2018, gli umbri che leggono almeno un quotidiano a settimana sono appena il 35 per cento e, di questi, il 33,3 lo fanno almeno cinque giorni a settimana. Un dato inferiore sia al 38 per cento di media nazionale (con un forte squilibrio tra Nord dove il giornale è ancora parte della vita quotidiana di molti, e il Sud dove si legge poco) che al 37,3 del Centro Italia.
Crollo negli anni Quello che cambia poco, invece, è la dinamica, pressoché identica con un calo che corre parallelo ovunque: l’Umbria nel 2002 aveva il 57,2 di persone dai 6 anni in su che leggevano almeno un quotidiano a settimana, il Centro il 61,7 e la media italiana al 58,9, percentuali arrivate, come detto, sotto al 40 per cento. Tornando alla nostra regione, il crollo è recente: tra alti e bassi, nel 2015 si era risaliti al 50 per cento a leggere almeno un quotidiano settimanalmente, poi si è passati a 41 l’anno successivo, 38 nel 2017 e poi 35. Va detto, di contro, che dal 32,1 per cento degli umbri che nel 2005 dichiaravano di usare internet per scaricare o leggere giornali, si è passati al 58,8 del 2016 che leggono notizie in rete.
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Libri: i dati più recenti Passando ai libri, nel 2018 il 42,3 per cento degli umbri da 6 anni in su ha letto almeno un libro (per motivi non strettamente scolastici) negli ultimi 12 mesi, di cui il 56 per cento da uno a tre, mentre solo l’11,8 ne ha letto almeno uno al mese. Anche nel mondo dei libri, non c’è solo la carta: dei lettori, il 77,6 per cento legge solo libri cartacei, il 9,9 solo ebook, lo 0,3 ha consumato audiolibri.
Calo con la crisi Un miglioramento nel corso degli anni c’è stato, ma non certo clamoroso: dal 37,8 per cento di chi legge almeno un libro l’anno nel 2001 al 42,3 dello scorso anno. Anche qui dinamica simile nel Centro (da 42 al 43,5 per cento) e nella media nazionale (dal 40,9 al 40,6). Ciò che fa riflettere però è l’andamento: i lettori nel 2008 in Umbria erano saliti al 45 per cento, nel Centro nel 2009 al 50, e in Italia al 49. Un picco coinciso con l’inizio della crisi economico, cui è seguito un crollo, segno che anche le spese per la cultura si sono contratte con l’avanzare della recessione.