Il musicista Piero Mottola all'incontro

di M. Alessia Manti
Con l’obiettivo di rendere sempre più chiaro e partecipativo «un progetto che non è della Fondazione ma della città e dell’Umbria intera» si è svolto il terzo Giovedì della Capitale, iniziativa promossa dalla fondazione Perugiassisi 2019 per l’approfondimento e la raccolta di idee e progetti volti alla costruzione del dossier di candidatura a Capitale europea della cultura. L’incontro di giovedì 14 marzo ha avuto come protagonista la musica, intesa non come arte estetica ma socializzante. Presenti alla Sala d’Onore di Palazzo Donini insieme ad Arnaldo Colasanti, direttore artistico di Perugiassisi 2019, il filosofo Elio Matassi e il musicista Piero Mottola.

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Musica e aggregazione Quanto e come la musica, antica e moderna, possa essere un punto forte della regione alla luce della candidatura a Capitale europea della Cultura, non in maniera autoreferenziale ma con l’apporto di autorevoli voci esterne e quanto possa essere ancora una forma di aggregazione sociale è il punto da cui è partito il dibattito, passando per il suo essere apparentemente lontana da contenuti che costruiscono la collettività, fino ad arrivare alla delegittimazione che essa ha subito fino ai giorni nostri. «Questo è un progetto in controtendenza che sceglie di partire dai cittadini e ne fa un fattore di condivisione sociale – ha detto il professor Elio Matassi -, ho accolto la richiesta perché va verso una direzione giusta». Il professore ha insistito sul tema della legittimazione dell’identità e del ruolo della musica: «La musica da sempre non ha goduto della legittimazione che meritava, soprattutto in Italia – ha aggiunto -, dobbiamo essere in grado di restituirle la sua identità negata».

Il suono-rumore della società Del concetto di esistenza espressiva, di avanguardia elettronica, sull’indistinzione del suono-rumore e dell’imprevedibilità, intesa come improvvisazione, ha parlato invece Piero Mottola che ha illustrato il suo studio sul rumore, un esempio di espressione collettiva: «Quelli più belli, come le onde del mare destano ambiguità emozionale mentre quelli meno godibili sono invece i più condivisi, proprio perché appartengono all’ambiente in cui viviamo».
Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì 21. Si parlerà di cinema e racconto con il regista Pupi Avati.

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