di Barbara Maccari
«La sua tragica morte le avrà fatto assaggiare un dolore indicibile, trasformato e trasfigurato, lo voglio credere, dall’offerta della sua vita e dal perdono a chi la stava uccidendo in modo terribilmente crudele. Siamo qui a pregare per la famiglia di Anna, Antonio,il marito che sta dando prova di coraggio, per i figli, Cristian e Federico ora in carcere, una famiglia distrutta per un passaggio in gran parte ancora misterioso e incredibile, tanto è stato violento e per certi versi imprevedibile, dopo un bellissimo Natale in famiglia». Una chiesa gremita ha accolto il feretro di Anna Maria Cenciarini per il suo ultimo viaggio. Lacrime e commozione in un’Epifania che parenti ed amici non si scorderanno per il resto delle loro vite. Al termine della cerimonia il feretro è stato accompagnato presso il cimitero monumentale tifernate per l’ultimo saluto.
Ultimo viaggio Un dolore composto, riservato, quello di un’intera famiglia che in pochi attimi si è ritrovata il mondo capovolto. Tutta la comunità tifernate si è stretta attorno alla sua figlia Anna Maria per l’ultimo saluto. La chiesa di San Pio, il quartiere dove hanno risieduto per anni i Bigotti prima di trasferirsi a Varesina e dove abitano tutt’ora i familiari, ha ospitato per l’ultimo viaggio la giovane donna. La messa è stata officiata dal vescovo Domenico Cancian, da don Samuele Biondini, parroco del quartiere, e padre Luigi Biscarini, dei frati cappuccini del santuario di Belvedere.
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Dedizione alla famiglia Proprio il vescovo, con la voce incrinata dall’emozione, ha voluto ricordare Anna Maria: «Mi dicono che era una donna serena e sorridente, anche nella bara, mi ha confidato il marito Antonio. Una vita tutta casa e affetti veri: marito, figli, fratelli, cognati, nipoti, specialmente l’ultimo, Thomas. Una donna che ha molto sofferto, sempre con grande dignità, sopportando disgrazie, sofferenze fisiche. Si è dedicata agli altri, specialmente alla sua famiglia, a Federico, che aveva ed ha seri problemi».
L’USCITA DELLA BARA DALLA CHIESA
IL RICORDO DELLA NUORA DI ANNAMARIA
No a condanne Proprio il nome di Federico, arrestato per l’omicidio della madre, ha riecheggiato all’interno della chiesa di San Pio, avvolta dal silenzio. «Sulla responsabilità di chi l’ha uccisa – ha continuato il vescovo – aspettiamo il corso della giustizia umana, senza lasciarci andare a giudizi, o peggio condanne che non spettano a noi. E’ doveroso un grande rispetto, il silenzio, la vicinanza sincera e cordiale».
Aiuto economico Situazione non facile quella che sta vivendo la famiglia, anche dal punto di vista finanziario, come ha voluto spiegare Cancian, lanciando un appello alla comunità: «Chiedo a nome della famiglia un aiuto economico perché in questo momento ne hanno bisogno. Con grande dignità mi hanno detto: lo chieda pure perché è vero che non ce la facciamo. Anche per questo avevano scritto niente fiori, ma opere di bene».
Riflessioni Il vescovo Cancian ha concluso la sua omelia con una riflessione estesa a tutta la comunità tifernate: «A me e a tutti vorrei chiedere un sussulto di attenzione e di responsabilità personale, familiare e sociale. Mi chiedo sempre: ma proprio non potevamo fare nulla per prevenire? E guardando il domani quali impegni mi prendo perché questi fattacci, davvero inaccettabili, e guarda caso ancora a spese delle donne, non abbiano a ripetersi?».
Suocera modello Don Samuele ha poi letto una breve lettera scritta dalla nuora di Anna Maria, Gessica, un ultimo saluto a quella suocera speciale, che considerava come una mamma: «Hai lasciato un vuoto immenso, non riesco a reagire a questa tragedia. Mi mancano le nostre risate, le canzoni cantate a tutto volume nella macchina. Penserò io al tuo amato Tonino, non sarà mai solo, tu veglia su tutti noi e in special modo sul piccolo Thomas. Sei stata la suocera che tutti vorrebbero». Al termine della cerimonia la salma di Anna Maria, accolta da un lungo applauso, è stata portata al cimitero monumentale per l’ultimo saluto.