San Benedetto coperta coi teleoni (Foto Fabrizi)

di Chiara Fabrizi

Una gabbia di 15 metri per salvare la facciata di San Benedetto. È questo l’intervento più complesso progettato dalla Soprintendenza dell’Umbria che per la prossima settimana ha programmato l’avvio di cinque interventi di messa in sicurezza sui beni culturali di maggior pregio di Norcia sventrati dal terremoto di magnitudo 6,5. A fissare le priorità è la soprintendente Marica Mercalli che a Umbria24 afferma: «Abbiamo bisogno di sostegni economici perché le opere provvisionali che stiamo compiendo costano molto e al momento non sappiamo se i finanziamenti straordinari del governo saranno sufficienti».

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Gabbia di 15 metri per salvare facciata San Benedetto
Ma di fronte alla piazza centrale di Norcia, bombardata dal terremoto del 30 ottobre, tempo per le riflessioni di medio periodo non ce n’è e il dito punta dritto alla facciata della basilica di San Benedetto, rimasta miracolosamente in piedi mentre dietro la furia schiacciava la storia. Qui la Soprintendenza interverrà con una struttura esterna di contenimento di tutta la facciata: «Abbiamo coperto le macerie – spiega la Mercalli – e ora realizzeremo una sorta di gabbia con tubi innocenti alta 15 metri che una volta completata ci permetterà di avviare le operazioni di recupero delle macerie, al momento troppo pericolose». Dopodiché potranno anche essere avviati gli interventi di consolidamento interno. Sui tempi per la realizzazione della gabbia la soprintendente non si sbilancia: «Dovremmo essere in condizione di iniziare tra lunedì e martedì ma è una lotta contro il tempo con incognite legate sia alla consegna dei materiali che alle condizioni meteorologiche». Vale a dire pioggia e neve.

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Santa Maria e Porta Romana Per la torre campanaria del Comune di Norcia, dove venerdì è stata completata la cinghiatura, è servita una settimana di lavoro dei vigili del fuoco che naturalmente eseguiranno anche la messa in sicurezza della facciata di San Benedetto e gli altri quattro interventi programmati. «Stiamo coprendo le macerie in tutti i siti, ma la prossima settimana interverremo – spiega la Mercalli – con opere provvisionali anche sulla concattedrale di Santa Maria Argentea praticamente decapitata dal terremoto che ha fatto crollare la parte sommitale». I pompieri si concentreranno prima di tutto sul campanile pericolante per scongiurare altri danni, dopodiché si procederà col consolidamento della facciata e delle pareti laterali rimaste in piedi. Campanile a parte, analogo intervento sarà compiuto a San Francesco, sempre nel cuore del centro storico di Norcia.

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San Salvatore e Sant’Eutizio Nello scadenzario della Soprintendenza tra le cinque messe in sicurezza urgenti c’è anche Porta Romana e San Salvatore di Campi «dove – spiega la Mercalli – stiamo progettando una tettoia di protezione per l’intera chiesa, quindi sia macerie che murature» per poi passare il testimone agli esperti dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro del ministero dei Beni culturali (Mibact) che avvieranno la fase di selezione dei frammenti. Discorso a parte per l’abbazia di Sant’Eutizio (Preci) dove la situazione è particolarmente complessa a causa della montagna franata insieme al cimitero sul complesso monastico. Ma la soprintendente parla di «un panorama desolante anche nelle chiese frazionali dove comunque occorrerà intervenire – dice – con messe in sicurezze per quelle parzialmente crollate».

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Soprintendente: «Servono risorse»Nei giorni seguiti al sisma del 26 ottobre il lavoro degli uffici del Mibact è stato stigmatizzato da più parti. In prima fila la Curia che ha duramente criticato la Soprintendenza per non avere eseguito puntellature a San Salvatore e Sant’Eutizio, rase a suolo già dalle due scosse serali che hanno preceduto la furia di magnitudo 6,5: «Non è il momento delle polemiche e c’è bisogno di collaborazione e serenità per gestire questa fase complessa ma – si difende la dirigente – stiamo subendo attacchi ingiusti. La situazione delle chiese di Norcia dopo il 24 agosto non era grave come erroneamente si sta dicendo perché – ricorda – le prime scosse che hanno causato danni gravi sono state quelle del 26 ottobre, poi con quella del 30 non c’è stata prova d’appello. Il 25 agosto abbiamo compiuto i sopralluoghi a margine dei quali – va avanti con garbo – si è intervenuto sul campanile di Castelluccio, la chiesa di San Pellegrino e quella di Frascaro che erano quelle più gravi. I danni dopo il 24 agosto – rimarca – erano ampiamente contenibili ed è un errore trasferire al 24 agosto la situazione determinatesi il 26 ottobre». Ma l’appello che il massimo responsabile del patrimonio culturale lancia da Umbria24 ha un altro tiro: «In primis abbiamo bisogno di risorse economiche perché le opere provvisionali costano tantissimo e necessitano delle migliori forze dell’ingegneria strutturistica, non so – riflette – se il doppio stanziamento straordinario da 50 più 40 milioni del governo per l’emergenza terremoto sarà sufficiente».