di Massimo Colonna

Sarà probabilmente una nuova perizia ad apportare qualche nuovo elemento sul caso dell’omicidio di Sandro Bellini, l’uomo di 53 anni ritrovato cadavere nelle acque del fiume Velino il 29 maggio scorso dai vigili del fuoco e dai carabinieri. A deciderlo sarà il gip del tribunale di Terni Maurizio Santoloci dopo che gli avvocati difensori del presunto omicida, Andriy Halan, hanno presentato istanza in tal senso. L’obiettivo è quello di avvalorare la tesi sostenuta dall’ucraino, ossia quella di non aver ucciso lui Bellini ma di aver dato incarico ad altre persone di spaventarlo.

Udienza Questo il quadro su cui dovrà decidere il giudice per le indagini preliminari che lunedì mattina ha aperto e chiuso, nel giro di poco tempo, la nuova udienza del procedimento che si sta svolgendo con il rito abbreviato. Anche a causa della mancanza dell’interprete, l’udienza di lunedì mattina è stata rinviata al prossimo 17 ottobre, quando verrà presa in esame il merito della richiesta presentata dai legali di Halan, ossia gli avvocati Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini. In tribunale erano presenti anche l’avvocato Renato Chiaranti, in rappresentanza della sorella della vittima.

La vicenda Il presunto killer deve difendersi dalle accuse di omicidio, incendio e occultamento di cadavere, entrambi aggravati dal fatto di averli procurati per cercare di assicurarsi l’impunità. A muovere le accuse sono gli uffici del sostituto procuratore della Repubblica Tullio Cicoria. Dal quadro degli inquirenti il delitto si sarebbe consumato in ambito passionale, visto che Bellini stava frequentando la ex donna di Halan. Sarebbe stato questo lo spunto che avrebbe portato poi alla dinamica giunta fino alla morte dell’uomo, all’incendio della sua auto ritrovata nei boschi tra Marmore e Greccio.

@tulhaidetto   

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