di Massimo Colonna e Marta Rosati
Muore a 60 anni, in un letto d’ospedale a seguito di una lunga malattia, il noto giudice Maurizio Santoloci. Personalità forte e coraggiosa, ha sempre cercato di gestire la giustizia sotto un profilo diverso rispetto alle tendenze generali del momento storico attuale, magari troppo attaccate ai codici e ai libri. Ultima la sua battaglia contro la ‘prassi interpretativa’, come la chiamava lui, ossia quelle decisioni magari prese stando troppo dietro alle consuetudine, alle scelte fatte da altri, ossia appunto alla prassi. Senza entrare veramente nel merito della questione. Come invece preferiva fare lui. I funerali lunedì pomeriggio alle 15 nella chiesa di Sant’Antonio a Terni.
Le battaglie Fu lui a definire Aziz, l’omicida di David Raggi, «una macchina da guerra criminale», lo stesso che in quella occasione parlò di maglie larghe della giustizia ponendo l’opinione pubblica e la politica di fronte alla tragedia con un occhio critico, cercando anche di stimolare il sistema. Evidentemente un professionista che sapeva andare oltre le sentenze, come avvenuto anche nel caso dell’omicidio Moracci. Un giudice coraggioso che oggi Terni piange. «Un magistrato dedito al lavoro, una persona di spessore – così lo ricorda il sindaco Leopoldo Di Girolamo -. Si è sempre speso a difesa della comunità, mettendo a servizio della giustizia le sue indubbie capacità. Molto ha fatto sul fronte ambientale e della formazione, anche a livello nazionale. Il suo impegno non è venuto mai a mancare, affrontando la malattia con grande forza. Professionalità, capacità, correttezza, un esempio per tutti noi. Le condoglianze più sentite alla moglie e ai suoi figli».
TUTTO SULL’OMICIDIO RAGGI
TUTTO SULL’OMICIDIO MORACCI
I testi per le scuole di polizia Membro della commissione ministeriale per la revisione del Testo Unico ambientale, è stato consulente giuridico di diversi ministri dell’ambiente, incarico che gli ha permesso anche di scrivere diversi testi studiati poi anche nelle scuole di polizia. La tutela del patrimonio naturale e il rispetto della dignità degli animali erano temi che sicuramente gli stavano a cuore e che hanno segnato anche la sua carriera nella Giustizia. Santoloci si è spento nella notte tra venerdì e sabato, senza dubbio lasciando a Terni, e non solo, un grande segno in tutti coloro che lo hanno conosciuto.
La teoria delle maglie larghe Criminalità e ambiente: sono questi i due temi con cui Santoloci ha impresso la sua firma ad una amministrazione della giustizia che lui stesso voleva più concreta rispetto alle leggi, che troppo spesso, era il suo credo, non riescono ad essere efficaci. Come nel caso della teoria delle maglie larghe, quella da lui stesso tirata in ballo in occasione dell’omicidio Raggi. Secondo il giudice l’omicida avrebbe approfittato delle falle del sistema italiano in tema di sicurezza nel settore immigrazione. L’omicida ha «sfruttato le maglie larghe dell’ordinamento amministrativo nazionale in materia di espulsione, diventando sostanzialmente regolare sul suolo italiano». Una riflessione ripresa più volte anche in ambito nazionale. Un tema evidentemente ancora di attualità e che purtroppo potrebbe diventare un elemento centrale delle attuali e prossime discussioni politiche. Segnale che il giudice Santoloci sapeva guardare anche oltre il presente.
Ambiente a Terni e criminalità Altro filone su cui Santoloci ha dato il suo contributo, anche in questo caso cercando di andare al di là del singolo problema, è quello ambientale ed in particolare quello della mala gestione dei rifiuti. Nell’ultimo periodo il giudice si era concentrato in particolare sui roghi notturni che anche a Terni cominciano a manifestarsi. Un lavoro di controllo portato avanti anche grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine. «Ad un centinaio di chilometri da Terni – spiegava il magistrato sfruttando in questo caso anche le sue conoscenze come consulente del ministero proprio su questioni ambientali – in particolare nella periferia romana il fenomeno dei fuochi notturni è in forte aumento negli ultimi anni, con roghi che vengono appiccati per bruciare materiali di scarto che dovrebbero invece essere smaltiti in modo diverso, sicuramente più costoso di quello illegale. Di recente nella capitale c’è stato anche un intervento da parte del prefetto Gabrielli proprio per contrastare il fenomeno. Fenomeno che potrebbe prendere piede anche nel Ternano».
La politica ricorda Santoloci L’amministrazione comunale di Amelia ha espresso il proprio cordoglio: «Siamo particolarmente vicini alla famiglia per la prematura scomparsa del nostro concittadino – scrive il sindaco Laura Pernazza -. Già pretore di Amelia, magistrato di Cassazione con funzione di giudice per le indagini preliminari a Terni – aggiunge – quella di Santoloci è stata una vita spesa in difesa dell’ambiente e della biodiversità. La provincia e la nazione tutta perdono un uomo appassionato, di grande valore, di profonda umanità e disponibilità». Anche il gruppo consiliare del M5S Terni ha espresso cordoglio per la scomparsa del giudice: «Un’enorme perdita per la nostra comunità e per la Giustizia italiana. Una persona che attraverso la sua attività lascia un’eredità culturale enorme a tutti noi ternani, che dovremo essere estremamente attenti a non dilapidare quel vento di verità che, grazie al suo lavoro è iniziato a spirare sulla città, in particolare sulle aree in forte sofferenza ambientale e sanitaria, al di là dei suoi riconosciuti lavori di approfondimento accademico e dottrinale in ambito nazionale e internazionale».
Walter Ganapini Numerosi gli avvocati del Foro di Terni che lo ricordano come una mente brillante con una grande capacità di lettura della realtà. In una nota anche il saluto del direttore generale di Arpa Umbria Walter Ganapini: «Desidero rendere omaggio a Maurizio Santoloci, a titolo personale ma coinvolgendo Arpa nell’esprimere il cordoglio alla figlia e alla famiglia tutta, poiché in questi due anni i ruoli istituzionali imponevano comportamenti spersonalizzati a maggior ragione nel momento in cui erano aperti procedimenti importanti a carico di figure dirigenziali di Arpa a Terni. Ho conosciuto e apprezzato Maurizio giovane avvocato impegnato sui temi ambientali, uomo della seconda generazione di ecogiuristi dopo quella degli Amendola e dei Postiglione. Fui felice di averli tutti insieme nel Comitato scientifico dell’Agenzia nazionale per la protezione ambientale (Anpa) a fine ’90. Quella stagione fu feconda e forse per quello venne bruscamente interrotta da chi stava ‘colà dove si puote’, nonostante i risultati riconosciuti formalmente persino dall’Ue. Ho seguito ed apprezzato il percorso successivo e l’elaborazione di Maurizio magistrato e gli rendo onore come uomo per il coraggio con cui ha fronteggiato la malattia. Ti sia lieve la terra, Maurizio caro».