Contaminazione fecale da E.coli dell'acquedotto

di Chia.Fa.

«Le analisi hanno dato esito negativo, i valori sono conformi». Arriva nella tarda mattinata di sabato il via libera al ripristino della potabilità firmato dal dipartimento Prevenzione dell’Asl 3, seguito poco dopo dalla revoca della seconda ordinanza di divieto. Dall’Alta Marroggia a San Venanzo, dunque, i cittadini possono tornare a consumare per qualsiasi scopo l’acqua di rubinetti.

Monitoraggio costante «L’allarme è cessato – si legge in una nota di palazzo municipio – ma l’Asl mantiene lo stato di allerta fino a quando non si conoscerà la causa che ha scatenato la contaminazione». Il dipartimento Prevenzione e pure la Vus continueranno a campionare ed analizzare, come ovvio, le acque di tutta la rete idrica, con prelievi quotidiani frequenti nelle zone interessate dalle due ordinanze. Provvedimenti che mirano ad assicurare ai cittadini un controllo scrupoloso intorno a una vicenda che ha turbato profondamente i cittadini molti dei quali, a quanto pare, intenzionati a mobilitarsi per fare chiarezza sulla contaminazione e sulla gestione dell’emergenza.

Cittadini in mobilitazione Nella zona dell’Alta Marroggia sarebbero almeno un paio i comitati di cittadini si sarebbero formati spontaneamente, mentre di mano in mano passa la petizione «per la denuncia della scarsa e tardiva comunicazione sul divieto d’uso dell’acqua». La mobilitazione intorno alla vicenda è pienamente sostenuta dalle associazioni ambientaliste e dei cittadini, a cominciare da Cittadinanzattiva e Rifiuti zero che hanno già messo a disposizione le proprie strutture, uffici legali compresi, «per raccogliere le istanze dei cittadini e valutare le opportune azioni da intraprendere». Forse già per la prossima settimana un coordinamento tra le associazioni e i cittadini potrà definire meglio i contorni dell’azione.

Inquirenti al lavoro Questa mattina, invece, il Nucleo operativo dei carabinieri ha ascoltato alcuni responsabili del dipartimento Prevenzione che indagano fin dall’inizio sulla vicenda. Sulla contaminazione da batterio fecale la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo d’inchiesta, ipotizzando, a carico di ignoti, il reato di avvelenamento colposo delle acque.

Rebus cause E anche Vus continua a lavorare per individuare l’origine della contaminazione. L’ipotesi di un’infiltrazione di acqua piovana nei pozzi di San Nicolò, avanzata ufficialmente nei giorni scorsi, resterebbe ancora in piedi, anche se la presenza dei batteri riscontrata venerdì nella zona di San Venanzo con i pozzi di San Nicolò spenti, non permette di sottovalutare alcuna possibilità.

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