di Fra. Mar.
Otto rinvii a giudizio – per gli amministratori – e tre assoluzioni e un non luogo a procedere, per contraddittorietà della prova, per i sindaci revisori -. E’ questo il risultato dell’udienza preliminare dinanzi al gup Carla Giangamboni riguardo l’inchiesta nata dal crack di Sirio Ecologica. Per l’accusa i coinvolti nell’inchiesta fecero sparire dieci milioni di euro mentre Sirio Ecologica e Compagnia dell’Ambiente fallivano.
A processo Rinviati a giudizio Claudio Rocchini, di Sondrio, già indicato come testa di legno in altre indagini nate dall’inchiesta madre sull’omicidio di Salvatore Conte, socio accomandatario della Compagnia per l’Ambiente. Valentino Pierotti, eugubino, consigliere e amministratore della Compagnia per l’Ambiente e anche presidente del Cda della Sirio Ecologica. Luigino Silvestrucci, francese di nascita, presidente del CdA di Compagnia per l’Ambiente, consigliere della Sirio Ecologica, nonché della E.R.P. srl. Antonio Bei, eugubino, consigliere di Compagnia per l’Ambiente e Sirio, nonché presidente del CdA di E.R.P. Flaminio Flamini, consigliere di Sirio Ecologica e amministratore di fatto di Compagnia per l’Ambiente. Anna Tedesco, Carmelo Ciccone e Franco Vispo. Assolti invece l’imprenditore Stefano Bettelli, di una società collegata a Sirio e i sindaci revisori Paolo Rocchi e Franco Giacometti. Non luogo a procedere per contraddittorietà della prova per il commercialista Stefano Cspaccioli. Gli avvocati difensori, Luciano Ghirga, Mario Monacelli, Rita Urbani e Marco Angelini, avevano chiesto il proscioglimento per tutti.
Gli arresti In dieci, nel gennaio del 2011, vennero arrestati (chi in carcere e chi ai domiciliari), perché, secondo la ricostruzione accusatoria, mentre Sirio Ecologica e Compagnia dell’Ambiente fallivano, fiumi di soldi venivano distratti. Anzi, «il fallimento delle due società in questione – scriveva il pm titolare delle indagini Manuela Comodi nella richiesta di misura cautelare – è l’epilogo di maldestre iniziative illecite che hanno visto interagire delinquenti abituali ed imprenditori senza scrupoli». Si perché l’indagine sul crack della Sirio ecologica si lega a doppio filo con quella per l’omicidio di Salvatore Conte.
La genesi dell’indagine «Il procedimento – scriveva Manuela Comodi – trova la sua primaria origine dal rinvenimento del cadavere di Salvatore Conte ucciso e occultato dai suoi sicari[…]. Da quel momento veniva articolata una complessa attività d’indagine che conduceva all’individuazione e all’arresto di persone coinvolte in un’articolata associazione per delinquere per cui sono già state emesse sentenze di condanna.[…] In estrema sintesi si può affermare che la presenza di pluripregiudicati di elevato spessore criminale […]ha costituito sicuramente il presupposto per la commissione sul nostro territorio di una serie di delitti, anche efferati, costituendo gli stessi soggetti, un punto di riferimento di una poderosa serie di interessi illeciti». Il gruppo criminale operava in tradizionali attività illecite e in altre all’apparenza più pulite, attività per cui erano finiti in carcere alcuni colletti bianchi, tra cui lo stesso Rocchini Claudio.
Le prove Ad indagare era stata la squadra mobile di Perugia diretta da Marco Chiacchiera, che aveva captato migliaia di conversazioni, in cui, spiegava ancora il pm Comodi, «con la loro disarmante eloquenza di come gli amministratori della compagine imprenditoriale eugubina di cui è procedimento, abbiano finalizzato la loro attività professionale soprattutto alla realizzazione di attività fraudolente e distrattive per assicurarsi al contempo impunità e illeciti profitti dalle società da questi gestite e da tempo in evidente stato di decozione». Il processo per gli otto rinviati a giudizio, inizierà a maggio del 2016.