Gigliola Rosignoli

di Francesca Marruco

La genesi di questa indagine era stata un’udienza in cui il giudice Narducci, interrogando l’ex capo di gabinetto dell’allora presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, Sandra Santoni, dopo un paio di ammonimenti e la possibilità di farla indagare per falsa testimonianza se non avesse abbandonato quel comportamento reticente, era riuscito a farle dire il nome di un «lei» contenuto in uno dei tanti appunti che redigeva per la presidente.

L’appunto Quell’appunto diceva che il primario poteva «stare tranquillo perché lei aveva fatto sparire il foglio». Il foglio, secondo le indagini, era quello che comprovava l’uso del liquido di contrasto che aveva provocato lo shock anafilattico in un paziente che aveva preceduto la perdita di un rene per l’uomo. Secondo i pm Mario Formisano e Massimo Casucci, titolari del fascicolo, contenuti nella maxi inchiesta Sanitopoli, il medico avrebbe «eliminato dalla cartella clinica parte del verbale dell’operazione in cui si attestava la somministrazione del liquido di contrasto per occultare il reato di lesioni colpose».

Indagini chiuse Poi però emerse che quel foglio non lo eliminò da solo, ma con l’aiuto della misteriosa «lei», cioè, secondo Sandra Santoni, l’ex direttore della allora Asl tre, finita nella bufera di Sanitopoli e poi completamente assolta, Gigliola Rosignoli. A cui adesso, dopo la remissione degli atti in procura ordinata dal giudice Narducci e le indagini dei pm è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per falso per soppressione in atto pubblico.

Avevate denunciato tutto vero? A confessare che quella «lei» era Gigliola Rosignoli, fu appunto Sandra Santoni in un’aula pubblica di tribunale perché il giudice Narducci volle farle spiegare l’appunto in cui parlava di questo foglio eliminato,  contenuto in uno dei ‘mattinali’ che preparava per la allora presidente Maria Rita Lorenzetti. E quella frase riguardava proprio un primario amico della governatrice, per cui il processo riprenderà mercoledì 13 gennaio. «E voi naturalmente – chiese il giudice Narducci a Santoni dopo averle fatto rivelare quel nome -, dopo aver saputo una cosa del genere siete andare a denunciare tutto in procura giusto?».

LA SENTENZA SANITOPOLI

Sanitopoli in apppello Per il filone principale di Sanitopoli invece, quello per cui l’ex presidente Lorenzetti, l’ex assessore alla sanità Rosi e l’ex direttore generale alla sanità Paolo Di Loreto vennero condannati e tutti gli altri imputati, compresi Santoni e Rosignoli, vennero assolti, è dietro l’angolo il processo in appello che prenderà il via il 22 gennaio prossimo. A chiedere ai giudici di seconde cure di rivedere la sentenza sono state sia le difese dei tre condananti che la procura.