di Francesca Marruco
Per la scomparsa di Sonia Marra hanno indagato in tanti. Tre pubblici ministeri e un numero imprecisato di carabinieri che in tre anni hanno seguito più piste. Quella che vede Umberto Bindella come omicida della studentessa di Specchia, ma anche quella cosiddetta «clericale». Quella secondo cui nella scomparsa di Sonia era implicato un sacerdote che viveva nello stesso stabile della ragazza a Montemorcino.
La non pista Da quella pista, che voleva Don Luca Bartoccini coinvolto, non è scaturita alcuna iscrizione nel registro degli indagati. Nessuna attività, venne intercettato anche il telefono di un altro sacerdote del perugino dopo la rivelazione di una fonte confidenziale, portò a qualcosa di concreto. Lo ha riferito in aula lunedì mattina il comandante del nucleo operativo e radiomobile della compagnia provinciale di Perugia, tenente Pier Giuseppe Zago, che ha parlato anche di alcuni rinvenimenti: come quello di una carcassa di un cellulare nella zona di Montemorcino da cui i Ris non riuscirono ad estrarre alcuna impronta, o quella di alcuni abiti rinvenuti a San Gemini dopo che un veggente li aveva indicati ai carabinieri di Civitavecchia. E ancora una scarpa rossa che un uomo ritrovò nel suo giardino a San Marco e consegnò ai carabinieri perché a «Chi l’ha visto» aveva sentito che di Sonia Marra ne mancava una. Anche da quell’oggetto non fu possibile estrarre alcun profilo genetico.
Aspettavate che venisse il colpevole da solo? Tanti input. Tante strade intraprese senza arrivare a nulla. Il sacerdote, secondo quanto riferito dal tenente Zago in aula, era stato tirato in ballo durante una conversazione avvenuta tra una farmacista e un prelato, che la difesa di Bindella ha indicato come testimone. Inizialmente senza che venisse fatto il suo nome, poi un terzo prete che aveva assistito a quella conversazione aveva rivelato che si trattava di Don Luca Bartoccini. E’ stato il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, che all’epoca non coordinava le indagini, a chiedere come mai se stavano seguendo quella pista ad esempio non acquisirono mai i tabulati telefonici relativi alle sue utenze. «Tenente – ha detto anche polemicamente – , ma avete seguito tante piste e tutte sono state lasciate a metà, come se foste in attesa che il colpevole si presentasse in caserma a confessare».
Perché la pista clericale? Lasciate a metà. La difesa di Umberto Bindella, che si è sempre detto innocente, ha intenzione di ripercorrere quelle piste lasciate lungo la strada. Quella clericale sopra ogni altra. Per questo in aula sfileranno anche tre vescovi. Per capire per quale motivo Don Bartoccini, lo ha riferito lui stesso ai giudici della Corte, all’inizio delle indagini venne interrogato da un militare del Norm che cercò di fargli confessare l’omicidio di Sonia. E per quale motivo finì in quella conversazione come direttamente collegato alla scomparsa della ragazza. Don Bartoccini ha pochi capelli, aveva un’auto bianca all’epoca dei fatti, ma non è robusto come Umberto Bindella.
La badante ucraina e l’uomo in casa di Sonia Nella sua deposizione al tenente Zago è stato anche chiesto di un accertamento relativo ad una donna straniera che lavorava come badante nel palazzo di fronte a quello in cui viveva Sonia. Quella donna, per cui l’accusa è volata fuori dai confini italiani, ha detto di aver visto un uomo nell’appartamento di Sonia un sera. L’ufficiale ha detto invece di non aver rintracciato chi nella stessa puntata di «Chi l’ha visto» in cui andò in onda l’intervista alla badante disse di aver visto un uomo un uomo di corporatura robusta e senza capelli.
Il video di Giorgia in procura L’uomo robusto e senza capelli è la descrizione fornita anche da Giorgia Cicogna, la sedicenne, undicenne all’epoca dei fatti, che viveva nell’appartamento sopra quello di Sonia, che disse di aver visto un uomo la sera che Sonia scomparve. Lunedì mattina in aula la difesa ha voluto mostrare alla Corte il filmato di quando in Procura alla giovane Giorgia vennero mostrate le foto di diversi uomini vestiti come lei aveva indicato. Per i legali Silvia Egidi e Daniela Paccoi, il riconoscimento della ragazza è stato indotto dal pm.
Interrogatori tardivi? Prima dell’ufficiale dell’Arma avevano testimoniato anche il comandante della stazione di Perugia, il maresciallo Lorenzo Antoniello, che ha riferito di aver ascoltato alcune persone che seguivano il corso di inglese con Bindella. Persone che non ricordavano bene se quella sera lui fosse lì oppure no. Gli interrogatori avvennero infatti nel 2009. Per Alessandro Vesi, il legale di parte civile che rappresenta la famiglia Marra, nei due ani precedenti venne sprecato tempo prezioso, quando c’era una pista che non venne seguita da subito. Quella di Bindella.