di Francesca Marruco

«Non lo so per che cosa ci ha presi, se lui riesce a dare il patrimonio indietro per riavere mia figlia, lo facesse e il resto se lo tenga pure». E’ un’offesa per il padre di Raffaella che l’uomo che le ha portato via l’amore più grande adesso voglia fargli avere i suoi soldi. Antonio Presta, una vita nell’Arma dei carabinieri, una dignità sconfinata che argina il dolore che lo ha sconvolto, ha voluto partecipare sabato pomeriggio alla fiaccolata che si è tenuta in centro storico a Perugia in onore delle vittime di femminicidio Raffaella Presta e Ilaria Abbate.

VIDEO: PARLA PER LA PRIMA VOLTA IL PAPA’ DI RAFFAELLA

FOTOGALLERY, 200 CANDELE

Un grande abbraccio Il signor Presta, accompagnato dal marito della figlia e dall’avvocato Marco Brusco, ha voluto che, una volta arrivate in piazza VI Novembre le centinaia di persone che hanno marciato silenziose da piazza Italia con una candela in mano si disponessero a cerchio, per un «ideale abbraccio alla città», che il padre di Raffaella ha voluto dare al sindaco Andrea Romizi, in prima fila con le donne delle associazioni contro la violenza di genere.
Con gli occhi lucidi dalla commozione, il primo cittadino ha raccolto le parole di Antonio Presta che alla città di Perugia ha voluto dire grazie per la grande solidarietà dimostrata a lui e a tutta la sua famiglia. Accanto a Romizi,  l’assessore alle pari opportunità del Comune Edi Cicchi, all’assessore Emanuele Prisco, molti consiglieri comunali di ogni forza politica, tra cui Pittola, Perari, Borghesi, Giaffreda, Rosetti, Pietrelli, gli onorevoli Laffranco e Cardinali, e la consigliera regionale Carla Casciari, la consigliera per la Parità della Provincia Gemma Bracco e la consigliera Boccio per il Comune di Corciano.

Tanta gente  Ma soprattutto, accanto alle istituzioni, tante persone, uomini, donne e bambini per dire no alla violenza di genere. Un no detto in silenzio da un lungo serpentone che è passato per corso Vannucci in mezzo alle persone che facevano le ultime compere natalizie e che si sono fermate a guardare non appena le luminarie si sono spente.

Il ricordo «Raffaella – ha raccontato il padre -, era una ragazza solare, ci sono cose che bisogna viverle per capirle. Era molto legata alla famiglia, per tenerla unita nell’interesse del bambino forse lei non ha valutato bene la sua posizione. Non mi aveva mai detto niente delle sue difficoltà. Non mi sarei mai immaginato che Francesco facesse una cosa del genere». «Mi aspetto che la giustizia faccia il suo corso e dove non arriva la sua giustizia umana arriverà quella divina perché tutti al suo cospetto ci dovremo presentare prima o poi, mia figlia ci è arrivata prima di tanti altri, è stata spezzata la sua giovane vita».

Il bambino Ha parlato anche del nipotino il signor Antonio,«è un gioiello di bambino, riesce a darci la forza di andare avanti a darci serenità, tranquillità, ci costringe ad avere forza noi per evitare di dare delle emozioni forti a lui». Intorno a quest’uomo, a Ilaria Toni e ai familiari di Daniela Crispolti e Magherita Peccati tanta gente che non può e non vuole dimenticare, e non può e non vuole solo stare a guardare. Affinché la coscienza di cosa non andrebbe mai fatto ad una donna si diffonda sempre di più. Perché le Ilaria e le Raffaella di domani non vengano uccise da un uomo che pensa di amare invece sa solo possedere.