di Massimo Colonna

Tredici condanne con risarcimenti all’Atc per oltre 45 mila euro. Questa la decisione dei giudici della Corte dei conti che nelle scorse ore ha firmato il dispositivo a carico di alcuni esponenti a vario titolo dell’Atc, l’Ambito territoriale di caccia numero 3 (Terni e Orvieto), tra cui anche l’ex presidente Giovanni Eroli.

Corte dei conti La decisione arriva dopo le indagini della guardia di finanza dell’ottobre 2013. Confermate almeno in parte le ricostruzioni della procura generale che nell’impianto accusatorio ha parlato di «indebiti rimborsi chilometri e spese non inerenti i fini istituzionali», che riguardano proprio la posizione dell’ex numero uno Eroli, mentre pesa anche l’assunzione a tempo indeterminato di quattro dipendenti che secondo l’accusa, confermata dalla sentenza, non sarebbe avvenuta nelle dovute circostanze normative.

Il dispositivo Articolato in 49 pagine il dispositivo disposto dai giudici: per quanto riguarda le persone finite nell’inchiesta la corte ha dichiarato inammissibile la citazione a carico di Giampiero Amici. Assolti invece Augusto Bartoli, Paolo Del Caro e Valentino Di Girolamo, anche loro finite tra le 49 persone segnalate in origine alla corte dei conti.

Le condanne I giudici hanno invece condannato, a vario titolo, Franco Agostini, Giovanni Barbieri, Torreno Della Rosa, Franco Favetta, Leonardo Fontanella, Luigi Guidarelli, Anno Pinzaglia, Sandro Ruggeri, Osvaldo Sarri e Antonino Scambia «al pagamento della somma di 2.416,19 euro ciascuno a favore dell’Atc 3». Condanna anche per Neviano Fabi e Giovanni Malacchia al «pagamento della somma di 3.452,60 euro ciascuno», sempre a favore dell’Atc 3.

La posizione del presidente Tra i nomi condannati anche quello dell’ex presidente Eroli, che dovrà pagare «la somma complessiva somma di 13.970,15 euro a favore dell’Atc 3, di cui 8.756,62 euro per indebiti rimborsi chilometri, 1.760,93 euro per spese non inerenti i fini istituzionali e 3.452,60 euro per spese relative al personale stabilizzato a tempo indeterminato».

Le contestazioni della procura Accolte parzialmente le contestazioni della procura regionale che nel dispositivo calcola un danno di « 11.845,91 euro per pagamento di somme richieste da Giovanni Eroli come presidente del comitato nel periodo 2007-2011, per aver percepito rimborsi chilometrici per la partecipazione a riunioni e convegni vari sulla caccia sulla base di sole sue autodichiarazioni senza alcun tipo di documentazione».

Spese non inerenti Una seconda voce di danno, per una cifra stimata in 2.345,57 euro, è costituita da «una serie di spese non inerenti i compiti istituzionali dell’Atc 3, liquidate e pagate a terzi dal presidente Eroli». Anche tale voce di danno è stata addebitata al predetto, nel rilievo che i beni e servizi specificamente elencati nell’atto introduttivo della causa, a cui si riferiscono le spese in questione, oltre a non rientrare nelle finalità istituzionali dell’associazione, erano comunque superflui e inopportuni». La procura contesta anche (585.804,44 euro) la «erogazione delle retribuzioni a favore del personale illecitamente assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato», ossia quattro dipendenti. Per il procuratore non tornano nemmeno (danno stimato in 296.683,57 euro) i compensi erogati “a tre consulenti esterni, dal 2007 al 2012», poiché in sostanza il ricorso a consulenze esterne per questo tipo di enti è da considerare soltanto in casi di particolare valore tecnico.

La Agrifauna Una quinta voce di danno calcolata dalla procura riguarda 117.968,83 euro ed è «rappresentata dai costi di funzionamento della società Agrifauna, la cui costituzione è stata ritenuta ingiustificata e diseconomica, in quanto l’Atc anziché utilizzare e gestire in modo diretto i volontari appartenenti alle associazioni ha demandato tali compiti alla predetta società creata ad hoc, facendosi carico anche delle ingenti spese di gestione di tale schermo». In sostanza, secondo la procura, la ridetta società ha ‘doppiato’ l’Atc. Ricostruzione questa contestata dagli imputati  che invece, tramite i propri legali, parlano «adesione a tale associazione tra le forme di collaborazione previste dallo statuto ed  espletando l’associazione stessa compiti alquanto diversi da quelli dell’Atc».

La difesa Durante il dibattimento sono emerse anche le posizioni degli avvocati difensori, i legali Barbara Baratta, Federica Pasero, Dino Parroni, Alessandro Notari, Alessandro Graziani. Diverse e a vario titolo le contestazioni mosse all’impianto accusatorio: le principali sono quelle che hanno messo in evidenza «il difetto di giurisdizione di questa Corte, in ragione della natura di organismo associativo privato riconosciuta all’Atc 3». Da questo punto di vista le difese hanno puntualizzato che «l’azione della procura contabile deve essere contenuta nei limiti del danno eventualmente subito dalle amministrazioni che hanno erogato i finanziamenti pubblici percepiti dall’Atc».

Principio di autosottoscrizione Le difese hanno anche messo in evidenza «la carenza, sul piano generale, del danno e/o la omessa specificazione della sua natura, con impossibilità di strutturare un’adeguata difesa, in quanto ipotizzate con riferimento a presunte irregolarità e ad asserite violazione di legge, senza dimostrazione di una concreta disutilità della spesa». Sulla questione rimborsi, la difesa parla di «inconsistenza degli addebiti mossi in ordine ai rimborsi percepiti dal convenuto (il presidente Eroli, ndr), in relazione all’inapplicabilità alla fattispecie delle regole vigenti in materia nel pubblico impiego e comunque per la regolarità dei rimborsi stessi, in base al principio di autosottoscrizione delle spese per missioni del ‘personale apicale dell’ente pubblico’, oltre che per la mancata contestazione dell’effettivo espletamento della missione stessa da parte della procura regionale».

Spese di funzionamento Per quanto riguarda le spese contestate, gli avvocati parlano di «infondatezza degli addebiti in quanto si tratta di spese di funzionamento», mentre i quattro nuovi assunti sarebbero avvenuti «stante le numerose incombenze dell’Atc alle quali attendere con professionalità e competenze specifiche, difficilmente reperibili, in via stabile e continuativa, tra i volontari delle associazioni rappresentate negli ambiti territoriali».

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