di Daniele Bovi

Un 2022 in “rosso” e un 2023 in cui ci sono tutti i presupposti per colmare il gap. Nei giorni scorsi l’assemblea dei soci della Fondazione Umbria jazz ha approvato il bilancio consuntivo 2022 e quello preventivo per il 2023, l’anno della grande festa per l’edizione numero 50 di UJ, in programma a Perugia dal 7 al 16 luglio.

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Bilanci I dati essenziali sono fondamentalmente due: l’anno passato UJ lo ha chiuso con un passivo di quasi 480 mila euro (per la precisione 476.843), mentre per quello in corso la Regione richiama la Fondazione «al rigoroso rispetto delle previsioni di budget» così da «evitare ulteriori aggravi economico-patrimoniali difficilmente sostenibili in futuro da parte dei soci fondatori». Oltre a ciò UJ viene invitata al «monitoraggio costante» dell’equilibrio economico-finanziario e a comunicare in modo «tempestivo e preventivo» ogni «possibile scostamento rispetto a quanto previsto nel bilancio preventivo 2023».

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Caro prezzi Anno durante il quale andranno rispettati tutti gli obiettivi assegnati dalla Regione alle partecipate (compreso il festival quindi), nonché il raggiungimento di «un risultato d’esercizio positivo tale da permettere la copertura del risultato negativo registrato nell’esercizio 2022 e riportato a nuovo». Come si legge negli atti di giunta e in quelli relativi al consuntivo, a pesare sul festival è stata soprattutto la vera e propria esplosione dei costi che ha riguardato sostanzialmente ogni settore. Nella nota integrativa infatti il festival parla di un «incremento generale dei costi» relativo ad allestimenti, materie prime, componentistica, tecnologia ed energia; rincari «non preventivabili nella misura registrata». Tema peraltro affrontato anche dal direttore artistico Carlo Pagnotta settimane fa presentando il concerto di Bob Dylan.

«Rilevante scostamento» Quanto al 2023, quando la Fondazione progettando l’edizione dei 50 anni ha constatato un «rilevante scostamento», si è trovata nelle condizioni di non poter tornare indietro pena «azioni risarcitorie da parte degli artisti, i quali non solo avrebbero avuto diritto alla corresponsione del cachet concordato, ma anche al risarcimento per i danni economici e di immagine conseguenti a un eventuale annullamento. Esborsi che sarebbero stati di gran lunga superiori rispetto agli scostamenti registrati anche in considerazione degli impegni già assunti con i fornitori dei servizi connessi». Cifre alle quali si sarebbero dovuti aggiungere anche i rimborsi per i biglietti venduti in prevendita. Quanto al 2022 quindi il consuntivo è stato chiuso utilizzando la riserva straordinaria (quasi 23 mila euro), mentre per i restanti 453 mila e rotti saranno decisivi i risultati del 2023.

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Servono ricavi La dirigente della Regione del Servizio Bilancio e finanza analizzando i conti 2023 mette in evidenza che, complessivamente, è previsto un incremento del valore della produzione del 35 per cento, attribuibile in parte grazie allo sforzo aggiuntivo fatto dai soci in occasione del 50esimo di UJ. «Il risultato dell’esercizio, una volta definiti i contributi dei soci – nota la dirigente – deve quindi essere assicurato dai ricavi della manifestazione e da altri proventi (sponsor, merchandising e così via) che la Fondazione deve essere in grado di reperire…».

Incassi Dai documenti relativi al previsionale si stimano ricavi da biglietteria pari a 2,1 milioni di euro (calcolo fatto sulla base dei risultati pre pandemia), mentre i contributi pubblici ammontano a 2,9 milioni di euro; in particolare 1,3 milioni arrivano dal Ministero dei beni culturali, quasi mezzo milione di euro dalla Regione, 115 mila dal Comune di Perugia, 90 mila da quello di Orvieto (che quest’anno festeggerà la 30esima edizione del festival) e 180 mila da quello di Terni, dove l’UJ Weekend si terrà dal 14 al 17 settembre. Sul piatto però, proprio in considerazione dell’importanza di questo 2023, vanno messi anche i contributi aggiuntivi dei soci per un totale di 753 mila euro. C’è poi il capitolo privati: 160 mila euro dalla Fondazione Perugia, 70 mila dalla Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto e 200 mila da quella di Terni. Dalle sponsorizzazioni dovrebbero arrivare 725 mila euro e altri 330 mila per capitoli come ristoro e merchandising.

Le spese Nel capitolo spese come noto una voce rilevante riguarda l’allestimento della complessa macchina del festival, chiamata anch’essa a fare i conti con l’impennata dei prezzi: per il noleggio di strutture, strumenti musicali e allestimenti infatti serviranno quasi 1,1 milioni di euro, mentre 2,1 milioni saranno spesi per gli artisti (400 mila per il solo Bob Dylan); per viaggi, trasporti e ospitalità invece serviranno 870 mila euro e altri 618 per costi di produzione. A fine luglio, al termine di quella che sarà probabilmente un’edizione da ricordate sotto diversi punti di vista, si tirerà una riga.

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