di Marco Torricelli
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Si dice. E così è andata. Si è lecitamente chiesto e cortesemente si è risposto. Poi, però, le cose hanno preso una piega diversa. Per certi aspetti strana. Per altri sinceramente inquietante.
La messa La storia è andata così: domenica mattina, all’Ast, il vescovo Giuseppe Piemontese ha celebrato la messa di Natale – c’erano il prefetto, Gianfelice Bellesini; il sindaco, Leopoldo Di Girolamo e, ovviamente, l’ad Lucia Morselli insieme allo staff dirigenziale, i lavoratori e i loro familiari. Non c’era, meno ovviamente, Umbria24.
Permesso negato Meno ovviamente soprattutto perché altri media c’erano ed hanno potuto svolgere regolarmente, e giustamente, il proprio lavoro. Cosa che Umbria24 non ha potuto fare. Quando – lecitamente, si diceva – è stato chiesto se sarebbe stato possibile accedere allo stabilimento; la risposta – ovviamente cortese – era stata: «No, non potrete entrare».
La comunicazione E sì che la richiesta, per sicurezza, era stata fatta alla doppia ‘catena di comunicazione’ – ovviamente e come tutto il resto tenuta strettamente sotto controllo da Lucia Morselli – che attualmente regola i rapporti di ThyssenKrupp Ast con l’esterno. E sia Pierpaolo Adeante, il nuovo responsabile ‘interno’ del settore, che Mariateresa Marino, che cura l’ufficio stampa aziendale per conto di ‘Adnkronos comunicazione’, erano stati chiari nello spiegare che noialtri dovevamo restare fuori, perché «si tratta di un evento riservato al personale interno». E, infatti, c’erano tutti gli altri media. E non certo per colpa loro. Anzi.
Le promesse Al termine della messa, comunque, l’ad di Ast ha sparso ottimismo a pioggia: «Quello raggiunto al Mise è un accordo che garantirà la crescita» e, tanto per dire, secondo lei si può sperare che in viale Brin si torni a parlare di «assunzioni», perché l’obiettivo sarebbe «il rilancio di Ast» dopo gli anni difficili che ha vissuto e vive. E che è per questo che lei si sarebbe «assunta la responsabilità» di fare il lavoro che sta facendo. Secondo lei «i tempi brutti sono definitivamente alle nostre spalle. Ora ci saranno solo buone notizie», garantendo, pare, la sua permanenza a Terni ancora per parecchio tempo.
«Pace, concordia e amicizia» Il vescovo, monsignor Giuseppe Piemontese, nell’omelia, ha parlato di un «lungo tempo di sciopero, di confronto, di incontro e scontro tra le parti sociali di questa azienda ha posto, nero su bianco, una parola di conclusine e di accordo. Sarà pace? Sarà armistizio? Sarà moratoria? Mi auguro che sia pace, concordia e amicizia. Vanno ricuciti i rapporti interpersonali e istituzionali all’interno della fabbrica, dove certamente sarà difficile far finta che non sia successo niente». Anche fuori dalla fabbrica, per la verità. Naturalmente Umbria24 continuerà a seguire, come ha sempre fatto e senza farsi influenzare, le vicende che riguardano le acciaierie di Terni.