«L’evento di quest’anno al Caos non si farà. Siamo stanchi». Arriva nella tarda serata di lunedì il comunicato stampa degli organizzatori, ossia Indisciplinarte, Stardust, Fat3 e Busthard’s Studio che mette la parola fine alla festa che ogni anno attira polemiche a non finire. Niente festa di Capodanno nei locali del Caos dopo che i consiglieri Cinque stelle infatti nei giorni scorsi avevano presentato un’interrogazione per chiedere al sindaco «i permessi della Soprintendenza dei beni culturali per l’organizzazione della festa». Ma dell’atto del gruppo consiliare di opposizione non si parla direttamente nella nota degli organizzatori, che riferiscono di «troppi attacchi» e attaccano una «classe dirigente che blocca e lavora contro».
La decisione «L’evento di Capodanno al Caos non si farà. Una decisione sofferta, ma figlia di una riflessione attenta, legata alla reale natura dell’iniziativa e alla strumentalizzazione politica che ne è stata fatta. L’iniziativa dal titolo Street art park aveva un carattere culturale e multidisciplinare come è sempre stato nel Dna del Caos e presentava una proposta enogastronomica di alto livello accanto a proposte artistiche, musicali, multimediali e spettacolari che si sarebbero tenute contemporaneamente negli spazi temporanei del Caos, al bar Fat e al teatro Secci».
Il motivo «L’iniziativa – prosegue la nota – si sarebbe tenuta nel rispetto di tutte le regole, il motivo dell’annullamento non è di natura tecnica. Il motivo dell’annullamento è che siamo stanchi». Dunque da quanto sostengono gli organizzatori non ci sarebbero motivi di ordine tecnico dietro alla rinuncia ma soltanto di ordine ‘politico’. Quindi: «Siamo stanchi che una proposta di qualità che integra cultura pop e di nicchia sia costantemente messa sotto attacco. Siamo stanchi di subire danni di immagine e diffamazione da parte di chi dovrebbe fare il bene della città e dei suoi cittadini. Una iniziativa del genere non ha mai prodotto un utile rilevante per gli organizzatori, proprio per la sua natura di offerta artistica e non commerciale, è sempre stato, invece, un investimento sulla città a fronte di una spesa molto consistente».
Responsabilità politica «Una iniziativa del genere a capodanno avrebbe prodotto economie indotte: 16 erano le aziende a vario titolo coinvolte. Una iniziativa del genere a Capodanno avrebbe dato lavoro, pulito e dichiarato, ad almeno 70 persone e 36 artisti. Si ravvede una responsabilità politica nella direzione presa. Una pesante responsabilità che si abbatte sulla città intera. La responsabilità politica di una classe dirigente che blocca per non risolvere, una classe dirigente che lavora ‘contro’ e non per la propria città, a cui non interessa il bene pubblico ma solo il proprio tornaconto personale».
Incontro pubblico «Chiediamo un incontro pubblico con la commissione Cultura del Comune di Terni e i capigruppo di tutti i partiti e le forze dell’ordine della città. Chiediamo che si apra urgentemente un confronto aperto sul tema cultura, intrattenimento e pubblica sicurezza. In modo che non si possano ripetere, per nessuno, situazioni analoghe. In modo che la città non si trasformi in un dormitorio ma resti un luogo vitale e vivo. Detto questo gli organizzatori della manifestazione si riservano di agire nei termini di legge per i danni economici e di immagine subiti a fronte delle notizie diffamatorie diffuse. Nella certezza che tutti gli altri luoghi della città avranno provveduto a regolarizzare la loro posizione nei confronti della pubblica sicurezza. Ci auguriamo, per tutti, un 2016 di festa».
Le richieste dei 5 Stelle Nei giorni scorsi invece il Movimento Cinque Stelle in consiglio comunale aveva presentato una richiesta al sindaco e alla giunta con diversi punti da chiarire sulla vicenda. «Nonostante l’assessore avesse da tempo affermato che questo tipo di eventi non si sarebbero più tenuti all’interno della struttura – si legge nel documento grillino – quello che stupisce, non è la contraddizione in sè, in quanto siamo tristemente abituali al fatto che un assessore non mantenga la parola data, ma piuttosto ci interroghiamo se la soprintendenza dei Beni culturali sia stata informata e abbia rilasciato regolare nulla osta dato che, se l’afflusso di persone dovesse essere di un entità notevole, sarebbe anche da prevedere un adeguato piano di sicurezza in grado di impedire che vengano cagionati danni al museo o alle opere al suo interno».
Sistema antincendio «Altri dubbi scaturiscono dal fatto che – prosegue la nota del Movimento Cinque Stelle – se un locale da ballo e da spettacolo, deve rispettare numerose stringenti prescrizioni, fra le quali l’ottenimento del certificato prevenzione incendi, ottemperando a rigorosi requisiti inerenti le uscite di emergenza, determinati regolamenti che normano l’affollamento e l’impiantistica, nonchè la sicurezza dei lavoratori e delle persone presenti, un idoneo contenimento dell’impatto acustico prodotto verso l’esterno, e non da ultimo i dovuti controlli per la somministrazione nei luoghi al di fuori della sede del bar, come può un museo avere tutte queste specifiche o essere adeguato anche solo per una notte?».