Consiglio comunale (foto archivio Rosati)

Il consiglio comunale di Terni ha approvato un atto di indirizzo, a firma Movimento cinque stelle, sul baratto amministrativo. In sostanza chi è in difficoltà con il pagamento di pendenze nei confronti dell’amministrazione potrà coprire la somma effettuando lavori di ordine pubblico. L’atto, dopo il passaggio in giunta e il lavoro della second commissione, è passato con 21 voti a favore e un’astensione.

Via al baratto Secondo l’atto dunque i cittadini che non sono riusciti a pagare delle somme relative ai tributi comunali, oppure coloro che, pur non avendo pendenze già scadute, dimostrino di avere una precaria situazione economica ed un reddito modesto, potranno mettersi a disposizione del Comune per effettuare interventi di conservazione, manutenzione, o recupero di beni comuni a compensazione dei loro debiti o della loro impossibilità di pagare i tributi.

Quando e chi Il vicesindaco Francesca Malafoglia ha spiegato che l’atto «richiede al sindaco e alla giunta di introdurre lo strumento del baratto amministrativo entro la data di approvazione del bilancio di previsione 2016». «L’individuazione dei destinatari del baratto – si legge nell’atto – si rivolge prioritariamente ai residenti del Comune di Terni maggiorenni, con adeguate capacità, con un mancato pagamento dei tributi comunali già scaduti, oppure ai cittadini organizzati in forma singola o associata, che pur non avendo pendenze, siano in una situazione economica precaria».

La posizione della giunta Il vicesindaco Malafoglia intervenendo a nome della giunta ha sottolineato come «anche lo strumento del baratto amministrativo s’inserisce nei principi della partecipazione, dell’amministrazione condivisa e del sostegno. In questa stessa direzione si è già mossa l’amministrazione con l’approvazione del regolamento sui beni comuni e con l’inserimento delle indicazioni dell’articolo 24 del decreto Sblocca Italia nel regolamento dei tributi. Il problema che dobbiamo affrontare per il baratto amministrativo riguarda la definizione di uno strumento giuridico adeguato che superi il problema del riparto delle competenze normative e che rispetti il principio d’uguaglianza tra i cittadini. Su questo stiamo già lavorando con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr)».

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