di Marco Torricelli
Sì, va bene. L’amore, i festeggiamenti per un santo patrono conteso e, pure, in condivisione con la sagra laica. Ma, per anni, il 14 febbraio era atteso, in città, soprattutto per quello che avrebbe detto il vescovo nell’omelia. Ma quest’anno, evidentemente, non era aria. E si è scelto, garbatamente, di glissare. Ma entrando con decisione su un altro tema scottante.
Nessun richiamo Intanto perché un vescovo – totalmente immerso nella realtà sociale, politica ed economica cittadina, come monsignor Vicenzo Paglia – non c’è più e l’amministratore apostolico, monsignor Ernesto Vecchi, deve ancora iniziare a mettere in fila le tante cose che lo attendono. E poi, forse, perché non era proprio il caso di fare richiami troppo impegnativi alla cosiddetta società civile, alla morale e ai suoi princìpi, come spesso faceva, anche a brutto muso, l’ex vescovo. E quindi si è pensato di andare sul sicuro: la famiglia. Affidando peraltro il compito di tenere l’omelia al cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo emerito di Firenze, ma mettendo dei paletti precisi: «L’Italia, mai così divisa e frastornata – ha detto Vecchi nel saluto all’ospite – ha bisogno di amore tra l’uomo e la donna, perché ha bisogno di famiglie solide e feconde, capaci di dare robuste fondamenta a un’Europa che sta andando alla deriva».
L’omelia E il cardinale Antonelli, ha detto cose che – visto il periodo – non passano inosservate. Dopo aver generosamente ricordato che «la sessualità è tendenza ed energia per attuare ed esprimere l’amore come desiderio e come dono, per raggiungere la gioia del ricevere e del donare, per costruire l’unità dei diversi a immagine di Dio (La Chiesa non deprime, ma esalta la sessualità)», ha iniziato a mettere in chiaro un po’ di concetti: «La famiglia è relazione armoniosa tra le differenze umane fondamentali: quella dei due sessi e quella delle generazioni. Si fonda su una duplice donazione; quella reciproca tra l’uomo e la donna e quella prioritaria dei genitori verso i figli (procreazione ed educazione)», per cominciare. Poi la stoccata: «La famiglia normale, uomo-donna uniti in matrimonio con due o più figli, secondo le ricerche sociologiche, è mediamente più povera, più felice, più pro-sociale. La politica e la cultura pubblica dovrebbero, nell’interesse della società e del bene comune, sostenere la famiglia normale dal punto di vista giuridico ed economico».
La preghiera Se i concetti espressi non fossero stati chiari, il cardinale Antonelli a concluso la sua omelia «confidando nell’intercessione di San Valentino, patrono dei fidanzati, chiediamo a Dio che mandi presto, un nuovo vescovo, immagine viva di Cristo buon pastore; che accompagni con il suo paterno amore tutte le famiglie e le coppie dei fidanzati. E, in particolare, che conceda la luce e la forza del suo Santo Spirito affinché si formino famiglie cristiane esemplari, scuola di umanità, vangelo vivente che tutti possono leggere». Per tutti gli altri, in fondo, c’è la sagra laica.