E’ un invito ad «aprire il cuore alla speranza» quello lanciato dal vescovo della diocesi di Terni, Narni e Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese, in occasione delle celebrazioni del Te Deum in cattedrale per la fine dell’anno. La cerimonia si è svolta al duomo con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, tra cui, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Flamini, il comandante dei carabinieri di Terni Giovani Capasso.
Il ringraziamento «La celebrazione del Te Deum di fine anno – ha spiegato il vescovo – è l’occasione per dire il nostro personale e comunitario grazie a Dio per l’anno appena trascorso e per i successi religiosi, civili e sociali conseguiti. Questa giornata di fine anno, passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, è come una cesura nell’esistenza personale, del vivere civile, della storia. E’ una celebrazione insieme festosa e pensosa. Un momento nel quale si intrecciano memoria, ringraziamento, invocazione per l’anno nuovo nel nome di Maria Madre di Dio. Il ringraziamento è tanto più sentito quanto più è viva la memoria di ciò che si è vissuto e del bene che si è ricevuto».
Il territorio ternano Dopo un excursus sulla situazione internazionale monsignor Piemontese si è concentrato sulla situazione ternana: «Anche il nostro territorio soffre per la situazione di crisi economico-finanziaria, con un turbamento diffuso per il sospetto di illegalità e la percezione di insicurezza, anche se le statistiche dicono che i reati sono diminuiti e l’impegno di amministratori e forze politiche e sociali è accresciuto per migliorare la condizione del bene comune. Non possiamo non pensare alle storie e alle vicende personali: problemi di salute propria e dei familiari, sofferenza per un lutto in famiglia, ma anche la gioia per un traguardo raggiunto nella professione, nello studio, per la nascita di un figlio».
L’anno nuovo «Un anno è passato e un altro sta per cominciare ed ognuno, a modo suo, apre il cuore alla speranza. Tutti sappiamo che dopo ogni notte viene l’aurora di un nuovo giorno. Dopo ogni inverno sboccia la primavera. Per i discepoli di Gesù però non sono le stagioni che dettano il ritmo. E’ la Parola di Dio e i tempi della liturgia che conduce a riprendere il cammino. Siamo mossi dalla consapevolezza che è Dio che guida la storia e la conduce alla realizzazione della perfezione, alla pienezza della felicità dei suoi figli. Ce ne ha dato la garanzia inviando nel mondo, ‘nella pienezza del tempo, suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli’. La presenza del Figlio di Dio e nostro fratello si nasconde sotto le spoglie di un bambino, adagiato in una mangiatoia, accudito dalla madre e dal padre, Maria e Giuseppe».