di Massimo Colonna

«Nel futuro dell’acciaieria ci sono buone giornate». E’ quasi una benedizione, laica ovviamente, quella con cui l’amministratore delegato di Tk Ast Lucia Morselli chiude il suo intervento al Tubificio Ast domenica mattina. Per la benedizione cristiana c’è il vescovo Giuseppe Piemontese a celebrare la tradizionale messa all’interno dei locali della multinazionale in occasione della quarta domenica dell’Avvento. Operai, delegati sindacali, istituzioni e rappresentanti di forze dell’ordine e della politica: ma l’attenzione maggiore è per il discorso dell’amministratore. Un quarto d’ora per fare il punto della situazione e per rilanciare: «Dobbiamo crescere, aumentare l’efficienza, migliorare i prodotti e aprirci alla cultura internazionale. Senza dimenticare il valore della responsabilità e della cura delle nostre cose, del creato».

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La telefonata dell’assunzione «Oggi – ha spiegato la Morselli – sono esattamente due anni che mi occupo di Ast. Ricordo due anni fa quando ho ricevuto una telefonata da parte dei vertici della Thyssen, i quali mi chiedevano se volessi occuparmi di Ast, se avessi delle risposte da offrire ad Ast. Ci ho riflettuto e ricordo che in quel momento ho pensato alla responsabilità, che non è solo firmare le carte e neanche avere un autista. La responsabilità è offrire risposte. Ho accettato proprio per questo, perché pensavo di poter dare risposte».

Risanamento veloce «Ho subito pensato che fosse difficile ma anche fattibile. E’ stato un percorso di dieci mesi anche doloroso, ma oggi possiamo dire che l’acciaieria è al sicuro grazie a questo passaggio e grazie a tutte le figure, istituzioni, organizzazioni sindacali, maestranze e fornitori, che hanno tenuto sempre la schiena dritta. Una fase di transizione che è stata incredibilmente veloce, possibile anche perché votata al rilancio e allo sviluppo. Ora sappiamo che Ast produce ricchezza e non più perdite».

Il futuro «Una impresa – ha proseguito la Morselli puntando l’attenzione sul futuro – deve essere una risposta per il territorio, non un problema. Per questo adesso, dopo l’avvio dei nostri programmi su scorie e discarica, dobbiamo puntare ad allargare i nostri confini all’estero, ad aprire la nostra cultura al mercato internazionale, a puntare in alto per formare una squadra ancora più grande».

Il papa e Eraclito «Diceva Eraclito – ha spiegato la Morselli – che per essere felici è necessario essere liberi e per essere liberi è necessario essere coraggiosi. Questo deve essere il nostro spirito. A me piace sempre ricordare anche un passaggio stupendo dell’enciclica di papa Francesco ‘Laudato sii’ in cui si legge: ‘In questo orizzonte non esiste più un vero bene comune. Eppure non tutto è mai perduto perché l’uomo può superarsi, ritornare a scegliere il bene’. L’acciaieria farà così: perseguirà i suoi obiettivi di crescita e salute perseguendo il bene comune con coraggio e determinazione».

Non so cantare «Vedo nel futuro dell’acciaieria buone giornate». Così ha chiuso il suo intervento la Morselli, poi i saluti. Anche al coro ‘Corale del cuore di Terni’, i cui responsabili l’hanno inviata l’anno prossimo a cantare insieme a loro proprio ‘Laudato sii’ il cantico francescano citato nel discorso. «Bene – ha replicato la Morselli con il sorriso sulle labbra – anche se io non so cantare».

L’omelia «Abbiamo scelto questo luogo per la celebrazione – ha spiegato il vescovo Piemontese nella sua omelia – come simbolo di condivisione di progetti umani e professionali e di narrazione della  cronaca di un segmento di umanità che vive in questo territorio. Questa celebrazione assume un significato altamente simbolico e vuole essere segno ed espressione del grande valore salvifico del vostro lavoro, condiviso tra tutti coloro che fanno parte della stessa famiglia delle acciaierie a prescindere da ruoli. In questo luogo e in questo contesto sociale, direi in questa famiglia oggi torna a nascere Gesù Cristo per aprire ad un tempo di speranza e di pace ad ogni livello».

Il significato del Natale «Natale – ha proseguito il vescovo – ci ricorda che Dio si è fatto uno di noi, sperimentando le sofferenze, il cammino di apprendimento, i problemi di lavoro e di sussistenza che abbiamo anche noi. Il Natale alle acciaierie significa confrontarsi con ‘il figlio del falegname’ che nell’adeguarsi alla volontà di Dio, che è al centro della sua esistenza, ha nobilitato, santificato e riaffermato la dignità di ogni uomo, in specie dell’uomo, che lavora, che ama, che prega, che si eleva, che collabora al benessere della comunità civile, si fa compagno di strada dei simili, che incontra nel cammino sulla terra.

Il percorso «In questo contesto delle acciaierie e in questa giornata natalizia vogliamo ringraziare il Signore per il percorso che questa azienda ha avviato e compiuto nell’ultimo anno, dando sostegno, lavoro e fiducia a tante persone. Vogliamo esprimere nella preghiera la nostra gratitudine a tutti coloro che sono artefici  e protagonisti di questo progetto di ripresa: imprenditori, direzione, funzionari, maestranze, sindacati, operatori e collaboratori vari. E vogliamo cogliere il lieto annuncio , che a partire dal dono che Gesù è venuto a portare, facendo degli uomini un’unica famiglia di Dio, cresca la speranza, la solidarietà, il benessere condiviso da tutti,  in questa azienda, nella nostra città e nel mondo intero».

Twitter @tulhaidetto