Monsignor Vincenzo Paglia (foto archivio)

di M. To.

C’è anche il prestito fatto alla diocesi di Terni, per mettere una toppa sulla voragine dei conti della ‘gestione-Paglia’, tra le voci pesanti del bilancio del 2013 dello Ior, la banca vaticana che sta mettendo mano alla sua riforma.

La riforma Lo Ior starebbe provvedendo al risanamento delle situazioni di rischio, all’assorbimento di investimenti sbagliati «ereditati dalle gestioni precedenti» e alla chiusura dei conti di oltre 3.300 clienti – tra ‘dormienti’ e ‘laici’ e il tutto sarà spiegato mercoledì, insieme alla presentazione del nuovo presidente, Jean-Baptiste De Franssu e del nuovo bard.

Il bilancio Il presidente uscente, Ernst von Freyberg, commentando i risultati dell’ultimo esercizio – un ‘utile’ crollato a 2,9 milioni di euro contro gli 86,6 dell’anno precedente – dice che «è stato significativamente influenzato da oneri di natura straordinaria, da rilevanti rettifiche sul valore dei fondi di investimento gestiti da terzi  e dalla forte diminuzione del valore dell’oro. Senza tali rettifiche, il risultato di esercizio sarebbe stato circa 70 milioni di euro, ampiamente in linea con la media dei precedenti anni e paragonabile all’utile netto conseguito nel 2012».

Terni Particolarmente pesanti sarebbero risultate due operazioni: l’operazione Lux Vide, voluta dal cardinale Tarcisio Bertone, con un prestito obbligazionario alla casa di produzione televisiva fondata da Ettore Bernabei e che avrebbe deterninato «la cessione a titolo di liberalità di titoli pari a 15,1 milioni in favore di una fondazione della Santa Sede; e i 5,7 milioni di ‘svalutazioni’, tra cui il deprezzamento di 3,2 milioni per il sostegno finanziario alla diocesi di Terni».

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