di Ivano Porfiri

L’ordinanza del governo non arriva e allora a sbloccare l‘impasse sui rifiuti a Borgo Giglione e nelle altre discariche ci pensa temporaneamente la Regione. La decisione è arrivata il giorno dopo la mancata proroga da parte del Consiglio dei ministri per autorizzare le Regioni a conferire i rifiuti in discarica.

L’impasse La proroga all’autorizzazione a smaltire in discarica i rifiuti «termovalorizzabili», che puntualmente si ripete dal 2006, doveva arrivare entro il 31 dicembre ma il caos politico l’ha fatta slittare. La Regione Umbria era stata rassicurata che il provvedimento sarebbe arrivato lunedì nella riunione del Consiglio dei ministri, ma ciò non è avvenuto. In questo contesto, gli Ati umbri si sono trovati bloccati nel trasporto della monnezza verso Borgo Giglione. Da qui la dura reazione, in particolare dal sindaco di Magione Alunni Proietti a nome dei colleghi del Trasimeno, che ha parlato di rischio «default», suscitando la reazione del presidente dell’Ati2, il collega di Perugia Wladimiro Boccali.

Lo sblocco temporaneo A superare lo stallo, alla fine c’ha dovuto pensare la Regione. «In assenza delle disposizioni statali che hanno determinato l’entrata in vigore del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti di elevato potere calorifico – si legge in una nota – e per scongiurare l’insorgere di una situazione di reale emergenza igienico-sanitaria, oltre che l’interruzione di un pubblico servizio, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha firmato una ordinanza con la quale si dispone che per 30 giorni dalla data della presente ordinanza, sono ammessi in discarica i rifiuti urbani e i rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani (aventi PCI maggiore di 13.000 kJ/kg in deroga alle disposizioni di cui all’art. 6, comma 1, lettera p) del D.Lgs. n. 36/2003) e ferme restando tutte le altre disposizioni normative e autorizzative, in particolare le vigenti disposizioni sul preventivo trattamento dei rifiuti».

Marini: «Deciso in assenza del governo» Nel rendere nota l’ordinanza la presidente della Regione ribadisce come la stessa si sia resa necessaria «a causa dell’assenza delle disposizioni che il Governo avrebbe dovuto emettere in materia di trattamento dei rifiuti urbani», ed auspica inoltre che lo stesso Governo «assuma al più presto i provvedimenti di sua competenza».

Si acceleri la differenziata Con l’ordinanza si dispone altresì che «al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti destinati allo smaltimento in discarica, i Comuni e gli Ati sono tenuti ad effettuare la riorganizzazione dei servizi di raccolta differenziata secondo le modalità stabilite dal Piano Regionale vigente e dalle Linee Guida approvate con D.G.R. 1229/2009 entro i termini stabiliti dalle DD.GG.RR. 1248/2011, 1249/2011 e 1289/2012». In pratica a dare attuazione, e anche di fretta, agli obiettivi di differenziata disposti per i comuni ma non da tutti rispettati.

Comunicazione agli enti coinvolti Una volta firmata dalla Marini, l’ordinanza è stata comunicata ai Comuni e agli Ati per il successivo inoltro ai gestori. Ma anche al  presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti, al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, a quello della Salute Renato Balduzzi e delle Attività produttive Corrado Passera, oltre che alle Province di Perugia e Terni.

Cgil: chiudere il ciclo Sulla vicenda interviene con una nota la Cgil, secondo cui «quanto sta accadendo, derivato “solo” da una chiusura momentanea delle discariche, dovrebbe far riflettere la politica locale che ha fino ad oggi sottovalutato, nonostante più volte questa categorie avesse chiesto di porre particolare attenzione, il problema non applicando di fatto il Piano Regionale di Smaltimento dei Rifiuti. Nonostante si stia facendo la raccolta differenziata – aggiunge Igor Bartolini della Fp Cgil –  i rifiuti indifferenziati prodotti sono ancora in quantità di assoluto rilievo e, se non si chiuderà il ciclo dei rifiuti con un impianto utile allo smaltimento finale degli stessi, è facilmente intuibile l’emergenza che la comunità umbra si troverà ad affrontare nel prossimo futuro».

Nevi (Pdl): frutto dei veti Secondo il capogruppo Pdl in Regione, Raffaele Nevi «il rischio di essere travolti dall’emergenza rifiuti a causa dei tabù e dai pregiudizi della sinistra più radicale e della bocciatura della mozione che il Popolo della libertà e la Lega nord presentarono esattamente un anno fa al fine di verificare la possibilità di smaltire i rifiuti mediante l’uso dei cementifici, si sta manifestando in queste ore a causa della non entrata in vigore dell’emendamento del decreto Milleproroghe che avrebbe dovuto consentire alle aziende preposte di proseguire nel normale lavoro di raccolta e conferimento rifiuti nelle discariche». Nevi annuncia che verrà chiesta in II commissione un’audizione d’urgenza con l’assessore Rometti, «affinché si possa chiarire e intraprendere un percorso serio per affrontare, come dovrebbe essere nei Paesi civili, il tema dei rifiuti».

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