Liceo Galilei di Terni

di Mar. Ros.

«Come rappresentanti e portavoce del pensiero della comunità scolastica, non possiamo e non vogliamo entrare nel merito delle decisioni del consiglio d’istituto del liceo Galilei di Terni, ma ci sentiamo nel diritto e nel dovere di manifestare il nostro disappunto per l’ennesima incomprensibile mancanza di dialogo e coordinamento tra enti locali (Provincia e Comune) e istituzione scolastica che comporta un irrimediabile danno alla città. Si giunga al più presto ad una soluzione». E l’assessore con delega alle politiche giovanili, Emilio Giacchetti, non si tira indietro: «Faremo il possibile».

Caos a Terni sul progetto Mandela Viste le prime reazioni, è evidente che risolvere la questione piacerebbe a tutti, chiaro è che se da un lato per il Mandela c’è bisogno di una struttura adeguata, dall’altro il Comune non dispone di una lista infinita di immobili. Eppure qualche soluzione all’orizzonte almeno i lungimiranti la intravedono. La struttura alternativa al Galilei e forse anche la più idonea è ‘La casa delle musiche’, ma è ovvio che in quel caso servirebbe partecipare al bando e aggiudicarsi la gestione. Chissà poi che qualcuno non abbia invece già pensato al Jonas club di via De Filis: adeguatezza permettendo, il ritorno di quel centro di aggregazione non è più solo un sogno perché i lavori procedono spediti e l’attesa per l’inaugurazione potrebbe essere questione di giorni, al massimo settimane.

Rete studenti medi Ma intanto sono proprio i giovani che aderiscono al progetto Mandela i primi a soffrire la scelta del liceo Galilei di non ospitare le loro attività e quella della direttrice artistica Irene Loesch di dimettersi. Così sul caso interviene la Rete degli studenti medi che teme il naufragio dell’offerta formativa e culturale di un’iniziativa con quasi trent’anni di storia e che quindi appartiene al patrimonio storico di Terni. Tant’è che prendono una posizione netta: «La motivazione addotta dal consiglio d’istituto nella delibera che ha portato al rifiuto della concessione degli spazi richiesti  – scrivono i ragazzi – è che questi sono necessari alle attività volte all’ampliamento del piano dell’offerta formativa scolastica. Sorge allora spontaneo chiedersi perché sia tanto difficile trovare una possibilità di collaborazione o anche soltanto di convivenza tra diverse attività che necessitano di spazi simili. Non crediamo – proseguono – che le attività interne dell’istituto possano occupare il teatro e le aule per l’intero pomeriggio, infatti nella sua attività Il Progetto ha sempre mediato le proprie esigenze con quelle della scuola e usufruito degli ambienti anche in orario serale  per non ostacolare eventuali lavori didattici».

Cosa chiedono «Noi studenti ci appelliamo alle autorità competenti affinché si giunga al più presto ad una soluzione dei problemi logistici (come già suggerito da due consiglieri del Pd, ndr) perché reputiamo ridicolo e scandaloso che una città che arriva a proporsi come Capitale della cultura debba vedere spegnersi e si trovi persino ad ostacolare una tra le sue poche attività culturali storiche, fatta dai giovani per giovani, l’unica che coniughi espressione artistica e educazione ai diritti umani, preziosissima occasione di aggregazione, confronto e socializzazione, linfa vitale della nostra città».

Emilio Giacchetti Dal canto suo l’assessore Giacchetti afferma: «Dopo tanti anni di convivenza all’interno dello stesso istituto sfugge il reale motivo per cui il Galilei non sarebbe più disponibile a offrire i propri spazi anche e soprattutto alla luce dell’importante lavoro svolto dall’associazione ‘Progetto’. Sin dalle prime avvisaglie – racconta – l’amministrazione ha cercato il confronto e la mediazione tra le parti, anche perché a parlare con la direttrice artistica, quella scuola resta il posto ideale». Fuori strada chi pensa a retroscena fatti di litigi e almeno apparentemente nulla lascia ipotizzari rapporti tesi tra i responsabili dell’associazione e la direzione scolastica.

Comune di Terni Per tutte queste ragioni, l’amministrazione non avrebbe ricercato soluzioni alternative nel recente passato, insistendo piuttosto su un compromesso per gli spazi del Galilei, convinta che ci fossero i margini per far convivere il progetto Mandela con gli impegni scolastici. Ma i fatti sono andati in un’altra direzione, anche se non tutto sarebbe perduto: «Abbiamo fatto numerosi tentativi per mantenere l’attività al Galilei, non è andata bene ma l’impegno per trovare una soluzione alternativa chiaramente c’è già a partire da queste ore».

Twitter @martarosati28

 

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