di Chiara Fabrizi
Sotto i 20 gradi, precisamente 19,9. Scende ancora la temperatura dell’acqua nel pozzo caldo di San Martino in Trignano dove il 6 gennaio scorso il termometro degli uomini della Forestale aveva segnato 50 gradi. La novità è emersa nel corso del summit andato in scena nel quartier generale della Prociv di Spoleto dove sono tornati ad accomodarsi gli esperti che compongono l’equipe di monitoraggio del fenomeno, che attualmente indaga negli otto pozzi più prossimi a quello in cui si è verificata l’anomalia termica, ma che da lunedì calerà la lente su un’altra dozzina di punti di captazione, allargando ancora il raggio di indagine.
Summit in Prociv: fotogallery
Super esperti Ingv al lavoro: fotogallery
Scende temperatura pozzo di acqua calda Al tavolo coordinato dalla responsabile della Prociv, la dottoressa Stefania Fabiani, è stata anche definitivamente esclusa l’ipotesi della prima ora, ossia che a causare l’innalzamento della temperatura dell’acqua, che ha interessato in particolare tre pozzi, potesse essere l’autocombustione dei giacimenti di lignite presente nel sottosuolo. Tuttavia al momento una spiegazione compiuta del fenomeno non è ancora stata formulata ufficialmente dai ricercatori di Ingv e tecnici di Arpa, né dall’Università di Perugia che col dipartimento di Fisica e Chimica segue il caso, tanto che la decisione presa a margine del summit è stata quella di non revocare l’ordinanza che vieta la captazione dei pozzi di alcune vie di San Martino e di convocare un nuovo summit per la metà di gennaio.
Lo studio del 2002
Sale il livello dell’acqua nel pozzo caldo
Mancano risultati analisi Anche perché sul fronte delle analisi all’appello mancano diversi risultati, complice la frenata nell’elaborazione causata dalle festività natalizie, nessun responso anche per il pozzo secco di Uncinano improvvisamente riempitosi di acqua fredda. Al momento per il fenomeno dell’anomalia termica risultano attenzionati i livelli di radon presenti nell’acqua, ossia la radioattività naturale. Per le prossime due settimane, comunque, Arpa, Ingv e Forestale continueranno a effettuare i prelievi negli otto pozzi fin qui investigati, estendendo l’area di indagine ad altri dodici punti di captazione, così da disporre di un quadro tecnico più dettagliato entro la metà del mese.
Ordinanza resta in vigore In attesa di ulteriori approfondimenti e di risposte già invocate dai residenti della zona a scopo precauzionale, dunque, resta in vigore il divieto di captazione dell’acqua nella zona compresa tra viale Cerquestrette nel tratto compreso tra i civici 96 e 144, via Ticino dalla chiesa al civico 22, via Tagliavento dal 2 al 14; via Lago di Garda per esteso; via Lago di Piediluco dal civico 1 al 23.
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