È allarme ‘serrante abbassate’, in Umbria sempre meno attività commerciali nelle città. Focus nei centri storici di Perugia e Terni: in dieci anni ‘spariti’ 94 negozi nel centro di Perugia e 45 in quello di Terni. A fornire il quadro è il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni, rispetto ai dati dell’Osservatorio della demografia d’impresa nei centri urbani di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne. Se dal 2019 a giugno 2022 il centro storico di Perugia ha perso 19 attività quello di Terni ha ‘provato a resistere’ e ne ha guadagnate nove, ma il conto più saltato è il confronto con i dati dell’Osservatorio 2012. Intanto dalla Regione arrivano misure di sostegno; la giunta ha approvato le linee guida per la predisposizione dell’avviso per la riqualificazione delle imprese commerciali dell’Umbria, un sostegno alle imprese commerciali al dettaglio, per un valore complessivo di oltre 610 mila euro. Il Comune di Terni invece è pronto per adottare il nuovo Piano del commercio.

Confcommercio Umbria «I dati dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, con un focus su Perugia e Terni, fotografano un fenomeno che non può non destare preoccupazione – sottolinea Giorgio Mencaroni -. La doppia crisi pandemica ed energetica sembra avere enfatizzato i trend di riduzione della densità commerciale, già presenti prima di queste emergenze, che è passata da 9 a 7,3 negozi per mille abitanti, con un calo di quasi il 20%». «La modificazione e la riduzione dei livelli di servizio offerto dai negozi in sede fissa – aggiunge il presidente di Confcommercio – confina con il rischio di desertificazione commerciale delle nostre città, dove invece vanno richiamati, con politiche attive, famiglie, giovani. Questo tema chiama in causa veramente tutti: associazioni d’impresa come la nostra naturalmente, ma soprattutto i decisori pubblici e anche i cittadini. La desertificazione commerciale non riguarda infatti solo le imprese, ma la società nel suo complesso perché significa meno servizi, vivibilità e sicurezza. Affrontare il tema della rigenerazione urbana è ormai indifferibile. Occorre accelerare questo processo con un utilizzo più ampio e selettivo dei fondi europei del Pnrr e il coinvolgimento delle parti sociali». Il tema della rigenerazione urbana sarà al centro del convegno che Confcommercio Umbria ha organizzato per martedì 7 marzo, alla sala dei Notari di Perugia dal titolo: ‘Imprese Futuro Umbria: La forza delle Imprese per costruire insieme il futuro dell’Umbria’.

Perugia e Terni Nel centro storico di Perugia «si è passati dalle 274 imprese commerciali del 2019 – si legge nella nota di Confcommercio Umbria – alle 255 del 2022. In calo anche le attività fuori dal centro storico: 1.160 attività del commercio nel 2019, 1.107 nel 2022. Lieve calo nell’andamento delle attività turistico ricettive: nel centro storico bar, ristoranti e alberghi erano 229 nel 2019, 227 nel 2022. Fuori dal centro storico stesso trend: 575 imprese del comparto ricettività-ristorazione nel 2019, 562 nel 2022. Le dinamiche nel comune di Terni: nel centro storico le attività commerciali sono passate dalle 334 del 2019 alle 343 del 2022. Fuori dal centro storico i negozi erano 818 nel 2019, 805 nel 2022. Il settore ricettività-ristorazione: nel centro storico i bar, alberghi e ristoranti erano 154 nel 2019 e 146 nel 2022. Fuori del centro storico: 332 nel 2019 e 323 nel 2022». Per il commercio, il conto è molto più salato se il confronto avviene con i dati del 2012, prima edizione dell’Osservatorio sulla demografia delle imprese di Confcommercio. «Rispetto al 2012 – continua la nota – le imprese commerciali del centro storico di Perugia hanno avuto un crollo del 26,9%; mentre fuori del centro storico sono calate dell’11,5%. Stesso trend per le imprese commerciali ternane, che nel centro storico sono diminuite dell’11,6% rispetto al 2012 e fuori del centro storico addirittura del 14,8%. In controtendenza il comparto ricettività ristorazione. Nel centro storico di Perugia, nello stesso periodo, queste attività sono aumentate del 4,6%; fuori del centro storico invece calo del 2,6%. Nel centro storico di Terni, sono aumentate del 3%; fuori del centro storico invece calo del 6,1%».

Situazione in Italia Tra il 2012 e il 2022 sono sparite in Italia, complessivamente, oltre 99 mila attività di commercio al dettaglio e 16 mila imprese di commercio ambulante; questi i dati che emergono dalla sempre dall’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio. In crescita alberghi, bar e ristoranti (+10.275); nello stesso periodo, cresce la presenza straniera nel commercio, sia come numero di imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila) e si riducono le attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138mila e -148mila).

Piano commercio Terni A Terni intanto si è conclusa la fase di concertazione sul nuovo ‘piano del commercio’, ovvero il documento di programmazione delle attività commerciali. Mercoledì mattina la giunta comunale ha di nuovo preadottato il documento con le integrazioni e le modifiche all’esito della conclusione dei lavori dei tavoli che si sono riuniti per esaminarlo con le associazioni di categoria, i sindacati e i portatori d’interesse. «Una prima versione del piano era stata in precedenza preadottata dalla Giunta – ricordano gli assessori all’Urbanistica Federico Cini e al Commercio Stefano Fatale – e ora grazie al lavoro di concertazione svolto, ai contributi di tutti coloro che hanno partecipato ai tavoli e alle osservazioni raccolte è più aderente alle esigenze della città. L’atto sarà ora trasmesso al consiglio comunale per la discussione finale e per l’approvazione definitiva».