Le organizzazioni sindacali ternane Filcams Cgil e Uiltucs Uil tornano a ribadire con forza tutta la propria contrarietà all’ipotesi di vendita delle farmacie comunali: «Il recente contratto di servizio, stipulato il 19 settembre 2016 fra Comune e Farmacia Terni, stabilisce che quest’ultima dovrà versare 4 milioni all’amministrazione per la gestione decennale delle 9 farmacie comunali; in caso di vendita – spiegano i sindacati – questo importante introito verrà meno».
Farmacie comunali La questione economica posta dalle due sigle, in realtà, è solo una delle tante: «La nostra contrarietà – scrivono – è data da varie ragioni, come l’impatto disastroso che questa scelta avrebbe sui livelli qualitativi di erogazione del servizio e sulla capacità di tenuta nel mercato per le farmacie piccole e medie, senza dimenticare che la vendita comporterebbe l’interruzione dell’unica esperienza pilota di area vasta in Umbria. Nelle farmacie comunali l’accesso al servizio notturno e al ritiro dei referti Cup è gratuito e possono essere reperiti farmaci a bassissimo costo, fondamentali per le cure e la salute dei cittadini».
Cgil e Uil Infine, secondo i sindacati, sussistono anche ragioni di carattere giuridico che di fatto impediscono la vendita a Palazzo Spada: «Le farmacie comunali – spiegano ancora le categorie dei servizi di Cgil e Uil – hanno una funzione sociale, una mission che il Comune non può scegliere di avere o meno, in quanto essa deriva direttamente dalla legge; venderle comporterebbe anche problematiche di natura giuridica e come organizzazioni sindacali ci riserviamo di agire, se necessario, anche su questo fronte, per scongiurare l’infausta ipotesi della vendita». Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno richiesto un incontro urgente all’amministrazione comunale per esporre dubbi e preoccupazioni dei lavoratori e del sindacato e avviare un confronto su una proposta di riorganizzazione strutturale che determini risparmi di spesa ed incrementi di entrate, mantenendo in ambito pubblico le farmacie.