di Giorgia Olivieri ed Elle Biscarini

In occasione della giornata internazionale della visibilità transgender, che ricorre il 31 marzo, Umbria24 ha approfondito il tema delle carriere alias nella regione. Questo percorso permette alle persone trans di cambiare nome all’interno del proprio istituto scolastico attraverso la rettifica dei documenti interni alla scuola. Al momento sono solo due gli istituti in Umbria che offrono questa opportunità ai propri studenti, insieme all’Università degli studi di Perugia. Le testimonianze degli studenti alias e del tutor Emidio Albertini, insieme a quelle dello psicologo Andrea Pennasilico e dell’attivista Stefano Bucaioni tracciano il tema centrale della questione: «La possibilità di vivere più serenamente il contesto di studi in cui gli studenti trans si trovano».

VIDEO – LE TESTIMONIANZE DI DOCENTI E STUDENTI

Vivere liberamente «Usufruisco della Carriera alias da circa tre anni – spiega lo studente universitario Andre Cacciatore – e mi ha permesso di dare esami ed essere partecipe alla vita universitaria senza paura». Andre racconta come, a causa della pandemia, durante le lezioni online «avevamo solo le nostre iniziali a identificarci ed ero forzato a dare una giustificazione del perché quel nome non è come mi presento». Questa situazione ha avuto un impatto sulla sua carriera: «Lì entri un po’ in conflitto anche con lo studio e con l’università stessa. Grazie alla Carriera alias – continua – cambiano molte cose, come la volontà che hai nell’essere a lezione, essere riconosciuto ti permette di vivere liberamente».

Essere al sicuro C’è anche chi però non è riuscito a ottenere l’attivazione della Carriera alias, come Elia, studente di un istituto superiore: «Ho fatto domanda e all’inizio il collegio docenti sembrava propositivo, poi è diventata quasi una presa in giro». Elia si è fatto seguire dall’associazione Lgbt+ di Perugia, Omphalos, che gli ha fornito la documentazione per fare richiesta, poi presentata alla preside. «La pratica è andata in stand-by perché non erano stati eletti i rappresentanti d’istituto, necessari per l’accordo, ma anche dopo le elezioni la Carriera ancora non è stata attivata: la trovo una mancanza di rispetto, è da fine ottobre che aspetto». Anche per Elia ci sono state ripercussioni sul percorso scolastico: «Nonostante mi piaccia l’istituto, non mi sento al sicuro, per noi adolescenti la scuola dovrebbe essere una seconda casa, senza avere gli attacchi di panico».

Benessere psicologico «La Carriera alias – dice Andrea Pennasilico, psicologo e psicoterapeuta – permette di vivere più serenamente il contesto di studi in cui gli studenti si trovano. I benefeci sono molti: una persona trans può decidere quando e se fare coming out, può far conoscere alle persone il proprio nome d’elezione e può rinforzare la sua autostima». Infatti, da quanto dichiarato nei regolamenti degli istituti umbri, la Carriera alias nasce per tutelare il «benessere psicofisico degli studenti in transizione di genere, in un ambiente di studio sereno e inclusivo». Pennasilico aggiunge inoltre che «tutte le persone che ho conosciuto, sia come pazienti che amici, che hanno usufruito della Carriera alias hanno testimoniato come li abbia aiutati. La procedura alias è facile da adottare, non richiede grandi costi o complicazioni burocratiche».

Ateneo inclusivo Emidio Albertini, docente di genetica e tutor Carriera alias designato dal rettore Maurizio Oliviero, racconta come l’ateneo di Perugia ha adottato il provvedimento: «Quando abbiamo attivato la Carriera, avevamo ricevuto numerose segnalazioni di persone che avevano scelto di non studiare a Perugia perché non c’era questa possibilità. Per tutti gli studenti vale tantissimo avere a disposizione questo strumento, dimostra che l’ateneo è inclusivo». Per l’Università, quindi, «ha un valore enorme, apre la possibilità agli studenti in transizione di poter accedere ai nostri corsi anziché rivolgersi a un altro ateneo». I benefici per gli studenti alias sono più che evidenti: «Nel corso del tempo ho ricevuto da loro molti messaggi – riporta il docente – un ragazzo mi ha scritto “potersi vivere è bellissimo”; una ragazza, invece, mi ha scritto che, anche se per pochi mesi, perché poi ha ottenuto i documenti rettificati, aver potuto vivere all’interno dell’università con il suo nome alias le aveva cambiato veramente la vita». Sul fronte della scuola pubblica, invece, le presidi dei due istituti con Carriera alias in Umbria, contattate da Umbria24, non hanno rilasciato dichiarazioni in merito, così come il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale.

L’appello Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos, lancia un appello alle scuole: «I dirigenti scolastici tendono a evitare situazioni di conflitto diretto con i genitori, specialmente se c’è il rischio che la scuola venga poi trascinata in polemiche politiche. Eppure, la scuola dovrebbe essere un luogo in cui ogni persona possa sentirsi rispettata nella propria identità e da sempre siamo convinti che il cambiamento debba partire proprio dai luoghi dell’istruzione. Purtroppo, in Italia, con le attuali leggi, i tempi burocratici e legali per ottenere nuovi documenti con il nome scelto sono lunghi il percorso è segnato da molti ostacoli. Il punto è che la Carriera alias non dovrebbe essere una questione di schieramento politico ma, banalmente, di civiltà».