Una classe di una scuola di Perugia (©Fabrizio Troccoli)

Potrebbe essere visto come un fatto negativo quello che in Umbria soltanto due istituti hanno un regolamento per le carriere Alias. Ma anche positivo: se si tiene conto che, almeno in due istituti è possibile. Come i altri 196, in Italia. Se poi si tiene conto che maggiori sono le resistenze, maggiore diventano le iniziative per chiedere agli istituti scolastici di adottare un regolamento, allora c’è da sperare per il futuro. Ad esempio 3 mesi fa l’associazione Pro Vita e Famiglia diffido le scuole da adottare questi regolamenti. In soli 90 giorni si è passati da 150 istituti a quasi duecento. Accade pressapoco lo stesso all’interno degli istituti scolastici. Maggiore è la chiusura a questa possibilità, maggiore diventa la sensibilizzazione, lo scambio di informazioni, e le iniziative da mettere in campo.

Come è accaduto Come per tante altre conquiste anche la carriera alias, è il risultato di autentiche battaglie all’interno delle scuole. In quelle italiane ad esempio si ricordano quelle degli studenti della IV D del liceo Bottoni di Milano dove tutti gli studenti si presentarono in gonna e smalto alle unghie. Era una risposta di protesta contro un insegnante che, qualche tempo dopo, risulterà essere un attivista no vax, Martino Mora, docente di Storia e Filosofia, intollerante agli occhi della sua classe. La sua reazione fu quella di rifiutarsi di continuare a fare lezione. Ottenne che al suo successivo rientro furono gli studenti a uscire dalla classe, con il sostegno dell’allora dirigente scolastica. Iniziarono, da quella forma di protesta, diverse iniziative che hanno portato 198 istituti scolastici, in tutta Italia, ad ottenere un regolamento interno per le carriere alias. La possibilità cioè, per lo studente che non si riconosce nel proprio corpo, di cambiare nome nel registro di classe, di potersi firmare in calce ai compiti in classe con il proprio nuovo nome. Non consente la possibilità dell’esame di stato con l’identità preferita.

In Umbria In Umbria, si diceva: sono due gli istituti scolastici che hanno un regolamento della carriera alias e sono entrambi in provincia di Perugia, nessun istituto in provincia o in città a Terni, tanto meno nella città del capoluogo di regione: il primo è stato l’Istituto comprensivo Foligno 1, mentre il secondo è il liceo Statale Jacopone da Todi. L’iniziativa nasce quasi sempre su sensibilizzazione del consiglio di istituto, da parte di un gruppo di studenti, spesso affiancati da docenti. La carriera alias è stata istituita, dal 2016, anche all’università di Perugia. Attualmente l’unica regione italiana che non ha istituti che prevedano un regolamento di carriera alias è la Valle D’Aosta. Chiunque volesse avviare una iniziativa di proposta al rispettivo consiglio d’istituto può trovare qui i riferimenti normativi e le informazioni utili.

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