La prsidente della Camera Laura Boldrini (Foto F.Troccoli)

di Iv. Por.

Due appelli, uno alla moderazione del linguaggio soprattutto sui social media, l’altro ad aprirsi al multiculturalismo e al meticciato senza paura. La presidente della Camera, Laura Boldrini, inaugurando l’anno accademico all’Università per stranieri, ha parlato di legge elettorale e poi toccato punti sensibili della sua esperienza attuale, ma anche della cultura maturata in tanti anni nelle organizzazioni internazionali.

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Legge elettorale Alla vigilia dell’8 marzo, Boldrini ha auspicato che «il fine settimana porti consiglio» perché venga rivisto il problema della rappresentanza di genere nella nuova legge elettorale. «Io mi auguro – ha detto – che la questione di genere sia all’attenzione di tutti i gruppi politici perché è una questione di democrazia: il 50% della popolazione italiana è composto da donne e dunque – ha affermato – è giusto che le donne abbiano una rappresentanza adeguata e che questa venga facilitata nella presentazione delle liste in posizione eleggibile». Secondo Boldrini «tutte le donne oggi in Parlamento si sentono parte in causa. Ci sono stati degli incontri anche ieri – ha ricordato – io stessa ho incontrato parlamentari di più gruppi politici e tutte le deputate che ho incontrato erano convinte della necessità di riuscire a ottenere questo risultato. Io credo che lo dobbiamo alla democrazia di questo Paese».

«Una parola può uccidere» Boldrini parlando dal palco ha poi parlato dei nuovi mezzi di comunicazione. «Una sola parola può dare speranza, ma può anche umiliare e persino uccidere. E questo vale sia nei rapporti fra le persone che in politica. Ma vale anche tra i giovani. Proprio per questo vi invito ad opporvi con forza all’utilizzo violento delle parole. Vi rivolgo un appello, ragazzi e ragazz : dite no alla violenza sotto ogni forma, dite no alla violenza verbale. Mi riferisco in particolare all’onda montante di coloro che attraverso i mezzi di informazione e soprattutto attraverso il web e i social media vogliono sostituire all’argomentazione e alla critica la violenza dell’insulto. L’insulto sessista quando si tratta di donne, l’insulto turpe a sfondo sessuale, quello che nasconde l’incapacità di confrontarsi».

«Siate radicali» «Care ragazze e cari ragazzi – ha detto ancora – siate radicali nelle vostre idee. Non rinunciate ad arrabbiarvi e ad indignarvi – fa bene anche a noi adulti – ma per fare valere le vostre convinzioni. Però non venite mai meno a due cose : a vedere le ragioni dell’altro e ad un’etica del discorso che sia collegata in modo indissolubile al rispetto della persona. Il vero linguaggio del cambiamento è quello di chi ha dalla propria parte la forza delle idee e della persuasione, anziché la brutale volontà di prevaricare l’ interlocutore, considerandolo un nemico da abbattere o una “non persona”. E’ solo questa forma di resistenza politica e morale che può salvare la nostra società dall’imbarbarimento».

«Meticciato non è parolaccia» Ma nell’università dell’incontro come la Stranieri, Boldrini ha anche voluto rimarcare che «il meticciato non è una parolaccia, dà invece un valore aggiunto. E dovremmo ben saperlo noi Italiani, che siamo il frutto di tanti incroci». Parlando dei diritti delle minoranze linguistiche, la presidente della Camera ha sottolineato come «oggi, nel nostro paese, siamo di fronte a nuovi rischi: primo fra tutti quello di negare riconoscimento e cittadinanza ad altre minoranze che arrivano da noi e che i fenomeni di migrazione rendono sempre più presenti ed attive, anche in luoghi e comunità fino a poco tempo fa caratterizzati da un’assoluta omogeneità culturale e linguistica. E allora il prezioso lavoro di valorizzazione del pluralismo culturale che fate qui deve essere diffuso a tutti i livelli del sistema educativo italiano, dagli asili nido all’università, se vogliamo fare del nostro Paese un Paese competitivo, e se vogliamo che anche i nostri giovani lo siano».

«Gretto chi vede solo pericolo» In questo senso, per Boldrini, «il viaggio conserverà sempre un grande valore simbolico. Ma la grande novità è che oggi il mondo ce lo abbiamo dentro casa. I nostri bambini lo conoscono fin dalle elementari attraverso i loro compagni di classe cinesi, indiani, africani. Come si fa a non cogliere la grande opportunità che tutto questo rappresenta. E quale grettezza si nasconde nella testa di chi vede i fenomeni migratori come un pericolo, come una invasione che comprometterebbe la nostra identità nazionale. Io credo che noi siamo più Italiani quando ci confrontiamo con altre culture e altre identità».

La contestazione «La grande bellezza di essere precari». Diversi striscioni che, come questo, hanno preso in prestito il titolo del film vincitore dell’Oscar sono stati appesi fuori da palazzo Gallenga, sede dell’Università per stranieri di Perugia. A protestare,
appunto, i precari, gli studenti universitari ma anche la Marcia della Dignità, i cosiddetti Forconi, che hanno esposto uno striscione con disegnata una ghigliottina e la la scritta: «E’ questa la vostra democrazia Boldrini?». Tutte le proteste si sono mantenute, comunque, in toni civili e sono state tenute lontane dall’ingresso dell’ateneo dalle forze dell’ordine.

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