di Elle Biscarini
Bocciato in Senato il nuovo regolamento della Commissione europea per armonizzare le norme sul riconoscimento trasfrontaliero dei figli. La proposta includeva anche il riconoscimento dei figli di coppie omosessuali o nati grazie alla maternità surrogata, e dei loro diritti in tutta l’Ue. «Siamo arrivati all’assurdo – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbtqi+ – non riuscendo a bloccare i tribunali, il Governo decide di minacciare i sindaci con sanzioni ai funzionari che procedono con le trascrizioni».
Maternità surrogata Secondo il senatore di FdI, Marco Scurria, segretario della commissione Politiche europee, la bocciatura era necessaria affinché «non venga bypassato il divieto di maternità surrogata vigente in Italia». Una «pratica inaccettabile», secondo i senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri e Pierantonio Zanettin. Non sono ovviamente della stessa opinione le Famiglie arcobaleno e la comunità Lgbtqi+. A Perugia, Omphalos si esprime duramente sia contro la bocciatura, che contro il recente intervento del prefetto di Milano, sollecitato dal ministro Piantedosi. «Assurdo non solo perchè fuori dal tempo – continua Bucaioni – ma perchè interviene su un argomento sul quale la Corte costituzionale ha già ribadito, più volte, l’urgenza di una legge a tutela dei figli di due mamme o di due papà, definendola “indifferibile”. L’ultima con le sentenze n.32 e 33 del 9 marzo 2021».
Diritti ma per chi Assurdo anche secondo molti utenti del web che sui social hanno già dato il via alle polemiche. Sono in diversi, attivisti e non, a far notare, infatti, come la bocciatura sia in controtendenza con le scelte di vita di molti parlamentari e senatori della maggioranza. Chi pluridivorziato con figli e chi invece non è ufficialmente unito in matrimonio, ma gode degli stessi diritti di una coppia sposata. «Due pesi due misure, per la figlia di Giorgia nessun problema, per me e la mia compagna sarà guerra» si legge in un commento. «Anziché bloccare trascrizioni, negare diritti con assurde circolari o votando contro la proposta della Commissione europea, Governo e Parlamento dovrebbero ascoltare la Corte costituzionale. E magari legiferare di conseguenza. Parliamo di un regolamento per il riconoscimento degli status familiari di tutti i bambini» conclude Bucaioni.