L’Arpa ha annunciato un piano di riorganizzazione delle proprie sedi orientato ad eliminare i presidi provinciali per creare più strutture sul territorio regionale. Una soluzione che non convince Rifondazione comunista e che trova anche la riflessione dell’assessore ternano all’Ambiente Emilio Giacchetti, il quale sottolinea l’importanza del servizio Arpa per i territori.
Palazzo Spada «Nella riorganizzazione di Arpa – spiega in una nota l’assessore Giacchetti – il nostro interlocutore è la Regione Umbria e ci sono tutti i presupposti affinché vengano tenute nella dovuta considerazione le esigenze ambientali di Terni, città di primaria importanza che sui temi ambientali, in particolare quelli riguardanti la qualità dell’aria, dei rischi industriali, delle bonifiche ha bisogno di tutti i presidi necessari per il controllo, la verifica, la rilevazione, l’elaborazione».
Ruolo fondamentale «L’Arpa – prosegue l’assessore – è una struttura regionale dotata di personalità giuridica pubblica, con autonomia tecnico-amministrativa ed è sottoposta alla vigilanza della giunta regionale. In questi anni il suo ruolo è stato rilevante su tutta una serie di tematiche ambientali che hanno riguardato Terni, ha fornito dati fondamentali e report essenziali per approfondimenti e progettualità basta su solide fondamenta e non su analisi di parte o peggio ancora luoghi comuni. E’ fondamentale dunque la presenza, il ruolo, l’autorevolezza, in una città di rilevante consistenza demografica e di grande tradizione e presente produttivo. Sono convinto che la giunta regionale saprà vigilare, nel rispetto dell’autonomia dell’agenzia, su una riorganizzazione che deve puntare a potenziare i servizi territoriali e valorizzare il rapporto tra le strutture e i luoghi dove le esigenze ambientali sono più palesi».
Rifondazione Sul caso interviene anche Rifondazione comunista in un comunicato, denunciando le proprie perplessità sulla manovra di revisione delle sedi regionali. «La proposta di riorganizzazione è in contrasto con le norme regionali vigenti. La Riorganizzazione peraltro è stata già avviata in maniera unilaterale e penalizza la struttura ternana, privandola del centro decisionale e che chiama operatori e tecnici ad operare su tutto il territorio regionale anziché provinciale. Si tratta a nostro giudizio di una operazione discutibile».