Alessandro Betti

di Francesca Torricelli

Non ne hanno vinta nemmeno una. Per i ‘Draghi’ dell’Umbria energy Terni rugby il campionato inizia a mettersi male. Autori di una prestazione un po’ sotto tono – anche se sono riusciti a segnare la prima meta in trasferta della stagione – sono stati battuti a Livorno, nella sesta giornata del campionato di serie B. Ora è tempo di bilanci, ma il progetto continua.

Approccio superficiale Per l’allenatore Mauro Antonini, per niente soddisfatto dalla prova di molti suoi giocatori, si è trattato di «una prestazione deludente sotto il punto di vista attitudinale e tecnico». «Non possiamo scendere in campo e regalare sempre i primi minuti agli avversari, con un approccio troppo superficiale al match. E continuiamo a non renderci conto che, in questo campionato, se vogliamo riportare a casa dei punti dobbiamo giocare, anche a livello mentale, al di sopra delle nostre possibilità».

Pro e contro Ieri, per la prima volta «ho sentito Mauro abbattuto», dice il presidente Alessandro Betti. «Giustamente inizia a lamentarsi un po’, ma dobbiamo analizzare i nostri ragazzi, con tutti i loro pro e contro. Secondo me si deve lavorare proprio sui contro, perché tutto è insegnamento. Bisogna trovare le soluzioni per fare meglio, senza perdere mai di vista il nostro obiettivo».

La cultura La base del ‘progetto rugby’ a Terni «è culturale», continua il presidente. «Il nostro scopo è far crescere una cultura rugbystica che passa anche attraverso le sconfitte e capire dove dover migliorare. Dobbiamo preparare i giovani a tutto quello che potranno affrontare. Anche la scelta di far fare a Michele Canulli l’esperienza in Inghilterra, rientra nei canoni del nostro progetto. Stiamo dando a Michele l’occasione di confrontarsi, non solo rugbysticamente, con un’altra realtà e con un’altra cultura. Secondo me, per una persona, non c’è ricchezza più grande. Vale più un viaggio che un libro e credo che Michele, partito ragazzo, tornerà uomo».

Un impegno Durante la settimana «incontrerò la squadra – prosegue Betti – perché so che l’allenatore ci è andato giù duro dopo la partita di domenica. Ma ha fatto bene, perché noi siamo come un famiglia e i ‘bambini’ vanno ripresi nel momento in cui si perdono. Capiamoci bene, noi non li riprendiamo rispetto ai risultati sportivi, ma rispetto al loro impegno. Loro hanno una responsabilità, saper dare delle risposte a loro stessi per degli impegni che si sono presi. Devono farlo sopratutto per loro stessi».

Crescere A giugno «io ho commentato con pochissima enfasi la conquista della serie B», conclude Alessandro Betti. «Ho sempre riconosciuto tutti i meriti ai ragazzi, ma il progetto del Terni rugby non era quello di andare in serie B. Ovviamente non sto facendo un passo indietro, loro hanno avuto questa grandissima soddisfazione strameritata, la società ha lavorato accanto a loro, ma il nostro obiettivo principale rimane quello di crescere. Il lavoro che dobbiamo fare con i nostri giovani sarà quello di concentrarsi sulla costanza, perché devono capire che i risultati, che non saranno mai immediati, si ottengono solo così».

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