di Bar.Is.

La Sir Safety ha scelto il suo nuovo allenatore. Si tratta di Daniel Castellani. Il tecnico argentino, nato a Buenos Aires cinquantaquattro anni fa, prende il posto di Nikola Grbic e si accomoda così sulla panchina del PalaEvangelisti mettendo fine al bailamme di voci di corridoio e di nomi che si sono succeduti in questi ultimi giorni.

Chi è Castellani ha guidato formazioni di rango sia in Argentina (Bolivar) che nel Vecchio Continente (Belchatow e Zaksa in Polonia, Fenerbahce in Turchia) nonché ben tre rappresentative nazionali (l’Argentina, la Polonia e la Finlandia). Per Castellani, anche un’esperienza in Italia a Gioia del Colle in serie A2 nella stagione 2001-2002, tantissime le vittorie come primo allenatore. Tra le altre brillano certamente i titoli nazionali conquistati in Argentina, Polonia e Turchia, le coppe nazionali portate a casa sempre in Polonia e Turchia, la Champions League conquistata con il Belchatow, la Challenge Cup vinta con il Fenerbahce e soprattutto il titolo di campione d’Europa vinto con la nazionale polacca nel 2009.

Soddisfazione Sono le nove del mattino a Buenos Aires, ma il coach argentino è già bello pimpante e già al lavoro per la sua nuova avventura. La sua prima volta, dopo una carriera da grande protagonista in giro per il mondo, nella massima serie italiana. «Si» risponde raggiante Castellani «finalmente torno da allenatore in Italia. Non era una cosa che avevo in mente, ormai ero specializzato nel girare il mondo. Però è una cosa che mi piace molto perché sono stato lì per dieci anni, ho tanti amici, arrivo in un campionato ed in una squadra competitive. È tutto molto bello e stimolante e non vedo l’ora di tuffarmi in questa nuova sfida».

Convinto È stato connubio a prima vista quello tra Castellani e la Sir. «Mi hanno convinto alcuni aspetti. Intanto la società, che è ambiziosa, che ha fatto un percorso importante sempre con i piedi per terra, che ha costruito una realtà solida e di prima fascia in Italia. Questo è quello che appare da fuori di Perugia. Ed il presidente vuole fare una squadra al vertice e ambiziosa. E poi a tutto questo va aggiunto che quello italiano è, con il russo, il miglior campionato del mondo, il più forte, quello con il livello medio più alto, con tante formazioni di alto livello. Per questo ho detto subito sì».

Progetto Il neo tecnico ha anche le idee chiare in merito a quella che sarà la sua nuova squadra. «A me piace giocare sul sistema, piace che i giocatori si sentano dentro un sistema di gioco e che giochino per un sistema di gioco. Giocare bene non vuol dire solo fare tanti punti, ma significa fare bene il lavoro che serve alla squadra per vincere, giocare per la squadra. Sintetizzo tutto con quattro concetti: solidarietà di squadra, sistema di gioco, aggressività, cattiveria agonistica».