di Giulio Nardi
Toni franchi e decisi, per manifestare con forza la voglia di uscire da un momento di difficoltà emerso nella gara con il Lanciano e acuito dal pomeriggio amarissimo di Ascoli. Massimiliano Santopadre ha dato l’ennesima conferma di voler subito chiarire la sua posizione, prima che prendano il sopravvento ipotesi sbagliate e incertezze sullo stato psicologico della squadra e sulla posizione dell’allenatore.
Avanti con Bisoli «Ho visto quanto il gruppo sia legato all’allenatore – ha detto il patron biancorosso martedì nel corso di una conferenza stampa – noi siamo uniti e siamo convinti di uscirne fuori stando insieme, uno con l’altro. Dobbiamo ricreare quell’entusiasmo che ci ha portato a vittorie importanti. Per questo si continua con Bisoli, vi ho sempre detto che le persone che stanno in difficoltà, al Perugia non vengono abbandonate, soprattutto quando la difficoltà aumenta. Io sono il presidente, devo tenere tutto sotto controllo: non vuol dire però che Bisoli deve stare tranquillissimo, perché nessuno al Perugia è tranquillissimo, così come anche il presidente non è tranquillissimo. Io ribadisco la fiducia nell’uomo e nell’allenatore. Anche lui è cosciente del periodo negativo. Oggi insieme a Goretti e al mister abbiamo rivisto la gara, la squadra non ha giocato bene, ma abbiamo comunque avuto le nostre occasioni. Va detto anche che gli avversari hanno vinto con una grande giocata di Bellomo e Cacia».
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Guardare avanti «Sono sicuro – ha proseguito Santopadre – che usciremo dalla palude in cui ci siamo ficcati, rinnovo il mio impegno e garantisco per questi giocatori e per questo allenatore. È normale che non sono contento per questa classifica che è penosa. Faremo il massimo per ricreare entusiasmo, purtroppo il calcio non è una scienza esatta».
Bisoli e Camplone Il presidente ha escluso categoricamente anche il ritorno di Camplone: «Non possiamo continuamente paragonare quello che faceva Camplone a quello che faceva Bisoli: sono due allenatori diversi e due persone completamente diverse. Il nostro allenatore vede il calcio in questa maniera, uno dei credo del nostro mister è di non legarsi a una tattica fissa, a un modulo fisso. Lui ha cambiato spesso, perché reputa la squadra in grado di fare i moduli che lui predilige. A Perugia Camplone ha finito un ciclo e non tornerà più a Perugia ad allenare».
La squadra Santopadre è anche tornato sul valore dell’organico costruito quest’anno: «Le rose fatte di soli nomi non fanno i risultati se non diventano gruppo. Io sono convinto che se mettessi domani mattina sul mercato i miei giocatori, entro 10 giorni troverebbero tutti una squadra. Quello che non sta andando bene ora sono i risultati di squadra: forse non siamo stati bravi noi come società a non far amalgamare il gruppo in maniera importante per poi andare a vincere le partite. Da questo punto di vista stiamo lavorando con la direzione tecnica. Abbiamo spostato il progetto di giocatori di proprietà, sono però sempre calciatori nuovi, e che sono al loro primo anno di campionato. Hanno bisogno di convinzione, che arriva attraverso i risultati. Siamo in pieno lavori in corso. Amiamo troppo il Perugia per lasciare al caso qualsiasi cosa»
Valore dei giocatori È stato ammesso anche qualche tentativo fatto e poi andato a vuoto, di confermare alcune pedine della scorsa stagione: «Riconfermare certi giocatori dipendeva dalla richieste economiche dei loro procuratori – ha precisato il numero uno della dirigenza biancorossa – anche se poi certi giocatori hanno richiamato per tornare ma noi avevamo fatto già la squadra. Nonostante le critiche, abbiamo comunque allestito una rosa quasi completa prima della preparazione. Ma quei giocatori che non abbiamo trattenuto, non erano adatti al progetto di Bisoli. Quando parlo alla squadra non faccio sicuramente complimenti, quando intervengo è sempre perché non sono contento non solo del risultato, ma di come vedo andare avanti le cose. Sono poi monologhi abbastanza duri i miei, anche se c’è sempre spazio per il confronto».
Appello ai tifosi Non poteva mancare il solito pensiero alla tifoseria che ha sempre garantito il suo supporto: «Ai tifosi dico di stare sereni e vicini a noi – ha concluso il proprietario del Grifo – anche se sembra difficile. Soprattutto voglio che siano numerosi contro il Brescia, serve il supporto di tutto lo stadio che quando è pieno è un’arma in più. Sabato combatteremo con tutte le nostre forze»