di Ivano Porfiri
Che spettacolo. Dal 1′ al 90′, anzi, già da prima e ancora dopo il triplice fischio: il Curi pieno, strabordante che si gonfiava con la ola ed esplodeva con interminabili cori. Perugia ha dimostrato che qui la Nazionale gioca in casa e ha dato un’iniezione ricostituente di fiducia che, forse anche inconsciamente, gli Azzurri porteranno con sé in Brasile.
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Una festa I 24-25 mila vestiti di azzurro con ampie chiazze rosse, specie in curva Nord, hanno tifato compatti, convinti cantando a più riprese l’inno di Mameli, sottolineando ogni azione dell’Italia, specie quelle di Balotelli e Cassano. Grande passione, grande sportività, con applausi anche per i giocatori del Lussemburgo a fine partita, nonostante la delusione del pareggio. Una vera festa a dimostrazione di grande fame di calcio che conta. Più di qualcuno ha detto: «Non vedevo un Curi così da quando eravamo in serie A». Ma quell’urlo «torneremo in serie A» è tutto un programma. Il presidente Santopadre deve essersi sentito addosso una grande responsabilità ma anche grandi stimoli.
FOTOGALLERY: L’ARRIVO DELLA NAZIONALE
In campo: buon avvio ma dura poco Sul campo gli Azzurri di Prandelli hanno risposto solo a sprazzi. Un bell’avvio, con De Sciglio a sfondare sulla sinistra, Balotelli un po’ insofferente fisso nel ruolo del centravanti ma bravo a scodellare per l’inserimento di testa di Marchisio per il gol dell’1-0. Un segnale che ha fatto pensare a una partita in discesa. Invece l’Italia si è fermata tra le sue insicurezze tattiche, gli esperimenti di una squadra con troppi centrocampisti e quasi tutti fuori ruolo. Perché con De Rossi nella posizione in cui lo fa giocare Garcia, incastonato poco avanti i due centrali di difesa, Prandelli costringe Pirlo e Verratti a fare le mezzali mentre Candreva e Marchisio sembrano persi tra le linee. La conseguenza sono una serie infinita di lanci per Balotelli, tutti pressoché imprendibili.
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Esperimenti La ripresa è segnata dall’ingresso di Antonio Cassano, che infiamma il Curi imbeccando a ripetizione Super Mario, che prende una traversa clamorosa. Poi ancora il legno di Candreva e tiri fuori di poco. Finché iniziano gli esperimenti ancora più temerari da parte di Prandelli (nel finale passerella anche per la “riserva” Ranocchia davanti al suo pubblico). Un po’ di sale lo mette Aquilani ma nessuno tira in porta e così il gol lo fa il Lussemburgo su corner nel finale. E’ 1-1 buono per la cabala (l’Italia quando perde l’ultima amichevole va fino in fondo), un po’ meno per le certezze. Il Brasile è vicinissimo, speriamo che gli Azzurri prendano spunto più dallo spettacolo del Curi che dalla nebbia dei cambi di modulo.
e questa è l’italia che portiamo ai mondiali?
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahahahah