di Ma. Ma.
Alla vigilia di Natale è morto all’età di 70 anni, nella sua abitazione in provincia di Salerno Carmine Longo, che agli inizi della sua lunga carriera di dirigente è stato direttore sportivo del Perugia, sia durante la gestione del presidente Franco D’Attoma, che di quella di Spartaco Ghini. Longo, che ha raccolto successivamente grandi soddisfazioni con il Cagliari, il Bologna e la Salernitana, era stato voluto a Perugia da Silvano Ramaccioni. Nei primi anni di collaborazione con il Perugia si occupò della gestione del settore giovanile, e venne promosso alla direzione sportiva della prima squadra quando Ramaccioni passò al Milan. Erano i tempi in cui il Perugia militava in serie B, dopo la retrocessione legata al primo scandalo del calcioscommesse. Longo spinse perché uno dei migliori giovani del calcio italiano, considerato un pupillo di Liedholm, venisse acquistato dal Perugia: tramite la Ternana, che ne deteneva il cartellino, arrivò così Claudio Valigi (pagato 900 milioni), che aveva contribuito alla conquista dello scudetto della Roma.
Chi era Il campionato però, con Giampietro Vitali in panchina (era la stagione 1983-84) non fu brillante, nonostante una corposa campagna acquisti. Non mancarono i dissidi tra Longo e Beppe Bonetto, che svolgeva le funzioni di consulente del presidente. Arguto, amico dei tanti personaggi che a quei tempi erano vicini all’entourage della società, Longo viene ricordato come persona di grande cultura (era laureato in Lettere), capace di sdrammatizzare qualsiasi situazione, con la tipica ironia napoletana. Sempre inappuntabile nel vestire e nella cura della persona, Longo ha continuato nel tempo ad intrattenere rapporti amichevoli sia con i giornalisti perugini che con gli artigiani e i commercianti del centro storico che lo annoveravano tra i clienti più generosi.
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